Caselle: ancora bisticci e accuse incrociate per la Commissione Pari Opportunità


Coffaro, Fragiacomo e Grimaldi hanno ribattuto alle dichiarazioni rilasciate dall’assessore Gerlando Bontà. Che questa volta ha deciso di non replicare.

di Giada Rapa

Numero di ottobre di SullaScia.net LEGGI IL GIORNALE / SCARICA IL GIORNALE

Fin dalla sua costituzione, la Commissione Pari Opportunità di Caselle ha sempre posto una particolare attenzione sull’utilizzo delle parole, soprattutto al fine di evitare discriminazioni di genere. E proprio una parola ha portato le componenti in capo all’opposizione – Jessicca Coffaro, Marina Fragiacomo e Angela Grimaldi – a voler puntualizzare alcune cose a seguito della replica dell’assessore Gerlando Bontà in merito alla mancata possibilità di accesso – per tutti i membri della Commissione – agli edifici comunali a causa dell’assenza delle chiavi. Il termine questione è portinaio, usato da Bontà per indicare un ruolo che non gli appartiene.

“Questa espressione vuole forse essere offensiva nei confronti della categoria dei portinai? Se così fosse ne prendiamo le distanze, ma ci domandiamo allo stesso tempo se siamo noi, quindi, portinaie/i in quanto componenti della Commissione stessa? O in quanto Ufficio di Presidenza? Si vuole forse rimarcare che tutto verte intorno ad una questione di ruoli?” commentano, sottolineando che forse una figura del genere servirebbe, al fine di far sentire tutti accolti in Municipio. Le componenti evidenziano, inoltre, che fin dalle prime sedute la Commissione poteva riunirsi solo in presenza di una figura comunale – nello specifico la consigliera di maggioranza Alice Russello – che si occupava di aprire e chiudere l’edificio.

“Ci sorge un ulteriore dubbio: quindi in quel caso la Consigliera aveva il ruolo di portinaia? Perché donna? Perché Consigliera? Non ci è chiaro ed onestamente riteniamo che sia doveroso un atteggiamento di rispetto nei confronti di chi si mette a disposizione al di là del ruolo, del genere e del ceto sociale. Certo è che almeno in quel caso qualcuno ci permetteva di lavorare” continuano, rassicurando anche la Presidente Chiara Mingrone che questo non suole essere un attacco alla Commissione, ma anzi una tutela. Perché, fin da momento della sua costituzione, l’organo in questione di difficoltà a svolgere il proprio lavoro ne ha già affrontate parecchie, ma ciò non ha mai inciso sulla voglia di operare per la cittadinanza.

“Concludiamo con un’ulteriore riflessione: l’assessore scrive a mezzo stampa che si sente leso nella sua persona e nel suo ruolo, nonché ritiene lesa l’istituzione che rappresenta. Questo perché si sollevano alcune critiche sul suo operato? Tornano, quindi, ulteriori dubbi: noi che non siamo figure istituzionali non abbiamo valore? O il nostro è un valore minore perché apparteniamo al popolo e quindi può ritenere normale che siamo state lasciate per strada così come limitarsi a dire che abbiamo rifiutato il collegamento online senza verificarne le motivazioni? Questo sì che è lesivo della nostra persona!” terminano Coffaro, Fragiacomo e Grimaldi, ricordando che le critiche servono a migliorare e invitando Bontà a essere maggiormente presente in Commissione “affinché si possano dipanare le problematiche ed affrontare le difficoltà sorte”. Da parte sua, l’assessore ha scelto di non replicare ulteriormente.


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