Con questo romanzo, ambientato nelle Valli di Lanzo durante la grande nevicata del 1996, continua il ciclo di appuntamenti “Libri di Altri incontrano Italo Calvino” promosso dalla Biblioteca Civica.

di Giada Rapa
Dopo una pausa dovuta alle vacanze pasquali, giovedì 20 aprile si è tenuto il secondo appuntamento con la rassegna “Libri di Altri incontrano Italo Calvino”, promosso dalla Biblioteca Civica su idea di Maria Teresa Alessio in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino. A seguito dell’apertura di questo ciclo di appuntamento con la scrittrice Desy Icardi e il suo “La Fotografa degli Spiriti”, questa volta è toccato a Marco Peano presentare la sua ultima opera, “Morsi” e raccontare il suo rapporto con il grande autore e intellettuale italiano.
Anche in questo caso una breve introduzione sulla figura di Calvino è stata affidata al bibliotecario Paolo Rocco, che in tale occasione ha citato il libro “Palomar” del 1983. “Una sorta di alter ego di Calvino, un intellettuale ai margini che tenta di mettere ordine nella società. Ma ogni volta che sembra essere vicino a una soluzione, tutto gli si sgretola in mano” ha ricordato Rocco. Per Peano invece, il libro di Calvino che ha avuto maggiore impatto su di lui è “Lezioni Americane – Sei proposte per il prossimo Millennio”, opera incompiuta dietro la quale si cela una storia che tanto ha affascinato l’autore di “Morsi”.
È poi stato il momento dell’intervista vera e propria a Peano -sempre realizzata da Maria Teresa Alessio, con una serie di letture a opera di Valentina Bertea-, al fine di meglio addentrarsi in un’opera ambientata nella città di Lanzo del 1996, quando una copiosa nevicata isolò il paese. Questo evento atmosferico, realmente accaduto in quell’anno e volutamente intensificato dall’autore per motivi di trama, diventa la scusa -per le autorità locali– per far chiudere la scuola media dove, pochi giorni prima, è accaduto quello che gli adulti definiscono “l’incidente”. Protagonisti del racconto sono Sonia e Teo, due giovani in crescita -non più bambini, ma non ancora ragazzi- che proprio in questo frangente si confronteranno con la paura di crescere e di diventare grandi. “Al di là di quello che succede agli adulti, la minaccia più grande è il futuro che incombe. E che porta con sé una cruda verità: crescere significa dire addio a delle cose” ha sottolineato l’autore.