Il nuovo ricorso al TAR che stanno preparando gli avvocati dei comuni di Borgaro e Leinì contro il nuovo ente, in un modo o nell’altro, segnerà il passo. Il Tribunale Amministrativo potrebbe lasciare le cose come stanno o chiedere alla Regione Piemonte di rivedere la propria legge del 2013, con il rischio di aprire nuovamente questioni di costituzionalità.
di Marco Cavicchioli
Mappano/Borgaro/Leinì – Nel 2014 la Corte Costituzionale ha dichiarato assolutamente legittima la legge regionale 1/2013 che ha istituito il nuovo Comune di Mappano, ritenendo fondamentale l’aspetto giuridico della “necessità dell’invarianza della spesa“. Cosa significa? Che il neo municipio può essere realizzato solo a costo zero, che non ci deve essere alcun costo aggiuntivo per la pubblica amministrazione. E la parola “necessità” chiarisce senza ombra di dubbio che questo è un requisito indispensabile. Nel 2014, però, i conti economici non erano stati ancora fatti in maniera istituzionale (nonostante tanti politici dell’ex frazione affermano che una prima proiezione era già stata compiuta e che dava ragione ai mappanesi), e fin dal principio diversi addetti ai lavori rimasero perplessi sulla possibilità che 5 comuni potessero costare come 4. Nel 2017, Borgaro, Caselle, Leinì e Settimo i conti li hanno fatti tramite un costoso studio commissionato ad un professionista privato che ha compiuto un’accurata indagine economica finanziaria, approvata successivamente dalla Città Metropolitana di Torino, sulle conseguenze derivanti dalla nascita operativa di Mappano.
Con questi conteggi si è scoperto, alla faccia della “invarianza di spesa”, che la creazione del nuovo Comune genererebbe dei costi aggiuntivi per circa un milione di euro, un elemento per nulla trascurabile che rischia di far fallire Borgaro e mettere in seria difficoltà Leinì. I due comuni cedenti in questi mesi hanno tentato, invano, di far si che la Regione mettesse in qualche modo mano al portafogli per garantire la vita amministrativa di tutti i soggetti in causa, o in alternativa di abrogare direttamente la legge istitutiva di Mappano Comune (i Consigli Comunali di Leinì e Borgaro delibereranno questa richiesta rispettivamente nelle proprie assisi domani e mercoledì).
Inoltre, questi due enti, non domi, oltre a preparare il ricorso al TAR, hanno chiesto alla Corte dei Conti di pronunciarsi sull’argomento e di prendere atto che se i numeri della relazione sono stati fatti correttamente l’invarianza di spesa non c’è e che quindi si sta generando un vulnus legislativo tutto da affrontare.
A questo punto la domanda è: i conti non sarebbe stato meglio farli prima? Anche perché era evidente fin dall’inizio che l’istituzione di un nuovo comune “a costo zero” poteva apparire come un sogno ingenuo. Quattro anni per arrivare a scoprire che 5 comuni costano più di 4 appaiono davvero un po’ troppi, soprattutto per tutto ciò che è stato fatto in tutto questo tempo e che rischia di andare completamente in fumo ora che al posto dei sogni si è iniziato a fare i conti con la realtà dei fatti.