Mappano perde la causa sul CIM


Le modalità che a fine 2017 hanno portato allo scioglimento del Consorzio sono legittime. Questa la decisione del TAR che ha così dato ragione ai comuni cedenti di Borgaro e Mappano.

di Giada Rapa

Mappano/Borgaro/Caselle – I sindaci Claudio Gambino e Luca Baracco, rispettivamente di Borgaro e Caselle, non avevano mai avuto dubbi e lo hanno ribadito in più occasioni: lo scioglimento del CIM, avvenuto il 22 dicembre 2017 nei reciproci Consigli Comunali, è stato effettuato in modo legittimo. Il TAR Piemonte, nella giornata di mercoledì 11 luglio, ha infatti rigettato il ricorso promosso dal Comune di Mappano proprio in merito alla chiusura del Consorzio, giudicata dal Sindaco mappanese Francesco Grassi “una scelta unilaterale e illegittima nei modi e nei tempi”.

“Questo dimostra come le funzioni esercitate dal CIM, con la sua chiusura, siano correttamente passate al neo Comune. E, soprattutto, come le amministrazioni comunali di Borgaro e Caselle abbiano operato altrettanto in modo trasparente e corretto” ha commentato Gambino, ricordando anche che lo stesso Comune di Mappano, il 17 gennaio di quest’anno, “aveva firmato l’atto con cui si trasferivano i dipendenti del CIM al nuovo Comune, di fatto, accettandone la chiusura”. Ne prende atto in modo favorevole anche il Baracco, nonostante non direttamente interessato da questa decisione dal momento che Grassi, nel mese di aprile, aveva deciso di rinunciare all’istanza di sospensiva contro l’amministrazione casellese. “La sentenza conferma la correttezza del nostro operato e anzi invita il Comune di Mappano a portare avanti agevoli pratiche amministrative al fine di chiudere il Consorzio, incassare i fondi ancora sul conto del CIM e pagare i fornitori”.

La storia però non è finita qui: manca infatti la discussione del merito per entrambi i ricorsi ai due comuni.


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Giovanni D'Amelio