Mappano: la storia di Sciesopoli nel viaggio di Giovanni Bloisi


Il “ciclista della memoria” ha raccontato il suo emozionante viaggio da Varano Borghi al kibbutz di Tze’elim, nel deserto del Negev.

di Giada Rapa

Mappano – Un “lento viaggiatore solitario in bicicletta, nei luoghi della Memoria”. Si definisce così Giovanni Bloisi, che nel 2017 è stato protagonista di un’impresa davvero straordinaria. Partito il 19 marzo 2017 da Varano Borghi, provincia di Varese, in un viaggio durato circa un mese e mezzo, Bloisi in sella alla sua inseparabile bicicletta ha fatto tappa non solo nei luoghi della Memoria di cui è costellata l’Italia, ma è giunto fino in Israele per ritrovare i bambini di Sciesopoli.

A molti questo nome non suonerà nuovo: era infatti il 2016 quando a Mappano era stata organizzata una serata proprio per raccontare la storia di questo luogo straordinario, nato come colonia fascista e successivamente trasformato in un luogo di accoglienza per circa 800 bambini ebrei. Qui sopravvissuti hanno trovato un posto di rinascita, non solo fisica, ma anche spirituale e psicologica: la maggior parte ha poi deciso di tornare in Israele, contribuendo a formare lo Stato che oggi conosciamo. L’avventura di Bloisi ha iniziato a prendere forma proprio nel 2016, quando la colonia di Sciesopoli correva il rischio -al momento scongiurato, benché la struttura sia abbandonata a se stessa- di trasformarsi in un albergo. “La storia di Sciesopoli mi ha subito colpito -ha raccontato Bloisi- perché è una storia di guerra finita bene che è un peccato dimenticare. A quel punto mi sono chiesto cosa avrei potuto fare. Io so andare in bicicletta, quindi perché non andare a trovare gli ex-bambini di Selvino?”

Durante la serata organizzata a Mappano venerdì 25 gennaio, Bloisi ha mostrato le fotografie del suo incredibile viaggio, raccontando anche aneddoti e storie curiose sulle sue tappe e sui suoi incontri con più di 1.500 studenti di tutta Italia. “Un incontro che mi ha lasciato particolarmente basito è stato in una scuola media di Casacalenda, provincia di Campobasso, dove un ragazzino mi ha consegnato un sacchetto di monete perché così potevo mangiare un piatto di pasta invece del solito panino. Una bambina mi ha anche portato una busta con la pasta e un bicchiere di birra” ha raccontato Bloisi, piuttosto commosso. Altro momento di forte di commozione è stato nel ricordare l’incontro con gli ex-bambini di Selvino e le loro famiglie. “Un uomo sulla 40ina mi ha detto Grazie Giovanni, ci hai raccontato cosa che i nostri nonni e i nostri genitori non ci avevano mai detto e che non avremmo mai immaginato”. Nel corso del suo viaggio Bloisi ha anche visitato lo Yad Vashem e la scuola multietnica di Tel Aviv, dove convivono ragazzi di 48 nazioni diverse.


Commenti

commenti