Da quasi 10 anni l’uomo va in giro per l’Italia per raccontare ai giovani della morte del figlio Emanuele, per metterli in guardia dai rischi della droga. Ma anche per parlare ai genitori e far riflettere sull’importanza di ogni istante insieme ai figli.

di Giada Rapa
Una serata di forti emozioni, quella tenutasi venerdì 28 ottobre presso la Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù e fortemente voluta dalle catechiste della parrocchia. Notevole, infatti, la presenza dei ragazzi della scuola media accompagnati dalle famiglie. Protagonista della serata è stato infatti Gianpietro Ghidini, meglio conosciuto, semplicemente, come papà Gianpietro, fondatore di Ema PesciolinoRosso.
Una realtà nata in seguito al più grande dolore che un genitore possa provare: la perdita di un figlio. Era la notte del 24 novembre 2013, infatti, quando il figlio 16enne Emanuele si è gettato nel fiume Chiese a Gavardo, in provincia di Brescia. La causa dell’insano gesto è stata l’assunzione, nel corso di una festa con ragazzi più grandi, di una pasticca di droga sintetica. Dopo aver passato giorni duri, papà Gianpietro -come lui stesso si presenta durante i suoi incontri- ha sognato Emanuele, che gli ha dato la forza per andare avanti e iniziare a sensibilizzare i giovani in merito all’uso delle droghe. Ma anche per parlare del difficile rapporto tra genitori e figli, sottolineando l’importanza di saper ascoltare senza lasciarsi inglobare da una società che spesso va troppo veloce e che sembra aver fatto dell’apparenza e del consumismo gli unici valori.
‘Spero che questa sera vi arrivino le parole giuste, che possano toccarvi il cuore” ha esordito papà Gianpietro. “Non voglio raccontarvi solo del dolore -spesso usando anche un linguaggio crudo– ma anche lanciarvi una sfida. Per farvi capire che non solo possiamo sopravvivere a ogni dolore, difficoltà o errore, ma anche che partendo da questo possiamo avere l’occasione di essere migliori. Per ritrovare quella gioia e serenità che credevamo smarrita”. Per fare ciò, papà Gianpietro ha inventato la “Rivoluzione R.A.P.P”: Ringraziare al posto di lamentarsi; Aiutare gli altri al posto di essere indifferenti; essere Preparati invece di oziare; Perdonare anziché pensare alla vendetta. Perché il perdono non rende liberi gli altri, ma noi stessi.
Presenti alla serata diverse autorità, tra cui il Sindaco Francesco Grassi, che nel 2019 ha scelto di prendersi un’aspettativa dal suo lavoro di Dirigente Scolastico per dedicarsi alla famiglia e al lavoro di primo cittadino proprio dopo aver ascoltato un intervento di papà Gianpietro.