L’amministrazione comunale per risolvere la criticità ha in mente di istituire un tavolo di confronto con il Consorzio Intercomunale dei Servizi socio-assistenziali, la Caritas, le associazioni che lavorano nel campo e i proprietari di immobili.
di Giada Rapa
Caselle – In questi giorni in cui si parla del possibile arrivo di profughi a Borgaro e Caselle, si è tornato a parlare dell’emergenza abitativa nostrana che i Comuni si trovano a fronteggiare. In modo particolare nella città dell’aeroporto, l’assessore alle Politiche Abitative, Angela Grimaldi, ha richiesto di istituire un tavolo di confronto al fine di trovare una soluzione congiunta con l’aiuto del CIS, il Consorzio Intercomunale dei Servizi socio-assistenziali, la Caritas, le associazioni che lavorano nel campo e i proprietari di immobili. “In questo momento il Comune si trova a fronteggiare almeno 20 emergenze abitative” spiega l’assessore, che in questi giorni è riuscita a far prorogare di tre mesi gli sfratti esecutivi che erano in corso. Una situazione sicuramente non facile da gestire poiché, come spiega la Grimaldi, “spesso la morosità per cui sono scattati gli sfratti è antecedente la perdita del lavoro e chi è moroso non tenta di mantenere un rapporto cordiale con il proprietario”.
Nell’arco dello scorso anno sono stati 13 gli sfratti eseguiti in base a quanto fornito dall’Ufficio Esecuzioni presso la Corte d’Appello e ben 29 quelli convalidati. Per quanto riguarda il 2015, invece, per ora le assegnazioni di emergenza sono 2. Situazioni in cui la prudenza non è mai troppa, perché non bisogna dimenticare che nella maggior parte delle volte gli sfrattati accusano il Comune di discriminazione nelle condizioni in cui nelle famiglie c’è un disabile, o di razzismo se si tratta di famiglie di etnie diverse da quella italiana. Ma in questo caso il razzismo non c’entra. “La verità è che il Comune non ha propri alloggi a disposizione né per gli stranieri, né per gli italiani” concluse l’assessore.