Il commento – Le scomode eredità lasciate dal consigliere Vincenzo Barrea


Centrale a biomasse, debito SETA, contenzioso perso sulla scuola di via Garibaldi. Le responsabilità dell’ex Sindaco di Borgaro. 

di Giovanni D’Amelio

L'ex Sindaco di Borgaro, Vincenzo Barrea

L’ex Sindaco di Borgaro, Vincenzo Barrea

BORGARO – Chissà se oggi, a distanza di quasi un anno, il capogruppo di maggioranza in Consiglio Comunale a Borgaro, Giuseppe Ponchione, ripeterebbe quelle parole pronunciate all’apertura dell’attuale mandato amministrativo definendo il primo cittadini uscente Vincenzo Barrea “il miglior Sindaco di sempre”. Perché i fatti che si stanno accumulando in questi ultimi mesi dimostrano decisamente il contrario. Solo per citare i casi più eclatanti, la prima tegola per Vincenzino, oggi consigliere comunale, è caduta giù subito dopo le elezioni comunali, con la vicenda della centrale a biomasse. All’insaputa dei cittadini e di buona parte dei suoi collaboratori di partito e di Giunta, Barrea ha gestito l’iter burocratico in maniera non appropriata (sempre se è vero che voleva opporsi alla realizzazione del nuovo impianto) tanto che, anche se non proprio con toni duri, diversi membri della maggioranza, risvegliandosi da un lungo sonno, gli stanno rinfacciando di “avere sottovalutato la questione” non facendo nulla quando si poteva fare qualcosa per ostacolare il rilascio delle concessioni ministeriali a CogenPower. Risultato: il suo agire ha depotenziato completamente la lotta che l’amministrazione di oggi, il PD locale e i cittadini stanno cercando di portare avanti per bloccare i lavori della centrale che nel frattempo sono iniziati. La seconda tegola, o meglio tegolone, per Barrea e soci si è manifestata con l’intimazione dell’azienda rifiuti Seta che ha chiesto al Comune di ripianare un debito di oltre 2 milioni di euro accumulato negli anni per via dei mancati pagamenti della tassa da parte di diversi residenti e aziende del territorio. Anche in questo caso la politica a Palazzo si è ripresa da un duraturo torpore e non ha potuto fare altro che prendere atto della realtà, trovandosi in più a sborsare circa 400 mila euro di interessi passivi. Risultato: per ripianare il debito l’amministrazione comunale avrà nei prossimi anni pochissimi soldi a disposizione, quando forse con un minimo di lungimiranza si poteva intervenire prima. In più un esposto alla Corte dei Conti del gruppo consiliare di opposizione Latella potrebbe veramente sparigliare le carte e chiamare a rispondere di propria tasca chi di dovere (leggi Barrea e assessori vari). Infine poche settimane fa la terza tegola. Il Tribunale di Torino ha condannato il Comune di Borgaro a pagare un importo di quasi 300 mila euro a saldo dei lavori compiuti dall’azienda che ha costruito la scuola dell’infanzia in via Garibaldi. Anni di avvocati e carte bollate non sono bastate a Vincenzino per vincere una battaglia di principio giusta, ma che in definitiva ha portato ad un pugno di mosche in attesa dell’arrivo dei soldi promessi dallo Stato. Risultato: altre risorse sottratte alla collettività per via delle spese legali e degli interessi di mora, quando si poteva pagare il debito e definire con il ministero competente i termini del rimborso. E siccome non c’è quattro senza tre, a Palazzo Civico sono tutti con lo sguardo al cielo per capire da dove potrebbe arrivare la prossima tegola.


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