Il volume, frutto di una collaborazione tra le ANPI di Ciriè e Nole e la Società Operaia , si configura come conclusione di una ricerca avviata nel 2018 e che ha visto anche il coinvolgimento delle scuole.

di Giada Rapa
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Gennarino “Gino” Brunero, in memoria del quale è stata dedicata la Sezione ANPI di Ciriè, era un uomo semplice, che svolgeva il lavoro di operaio presso la sua città natale. Grande appassionato di montagna e istruttore CAI, molto spesso portava i figli con sé nelle sue escursioni, per esentarli in questo modo dalle attività del sabato fascista. Gino era anche stato Sergente Maggiore degli Alpini: la sua esperienza sia in campo militare che nell’ambito montano è stata per lui -e per altri- estremamente preziosa nel momento in cui ha deciso di diventare un partigiano. Ha combattuto valorosamente per la Resistenza fino al momento della sua morte, avvenuta nel febbraio 1945, lasciando però una moglie e tre figli piccoli: la maggiore di 7 anni, il secondogenito di 4 e il più piccolo che non aveva ancora compiuto i 2 anni. La storia di Gino, ma anche della sua famiglia, è raccontata nel libro Cercando Gino – In ricordo di Gennarino Brunero. Una storia partigiana tra Corio e Cirié, scritto da Sergio Bardino, Vilma Demetri e Luisa Giacometti.
“La genesi di quest’opera è piuttosto lunga -spiega uno degli autori, Sergio Bardino- ma sostanzialmente nasce del desiderio di un partigiano, Marco Fassio, di testimoniale quanto accaduto. Fassio, che attualmente ha 94 anni, ma che all’epoca dei fatti ne aveva 17, aveva fortemente legato con il suo Comandante, Gennarino Brunero -che in quegli anni era poco più che trentenne- vedendolo come una sorta di figura paterna”. Un modo, insomma, per onorare Brunero, di raccontare una parte della vita del suo Comandante, di cui gli stessi figli di Gennarino erano all’oscuro. Il filo conduttore del libro è quindi dato dai ricordi di Fassio: ricordi che vanno a intersecarsi con quelli di Vincenzo Bertetto, figlio del partigiano Alessandro “Paulinet” Bertetto, e quelli dei tre figli di Brunero. “Vincenzo aveva solo 8 anni quando ha assistito alla cattura e all’uccisione del padre -membro dello stesso gruppo di partigiani di Brunero- avvenuta in casa il 26 giugno 1944 e successivamente, nel febbraio 1945, alla cattura di Gennarino. Testimonianze importanti e toccanti sono anche quelle dei figli di Brunero, che a seguito della morte del padre hanno affrontato una vita di stenti. Subito dopo la guerra, infatti, la madre si ammala di tubercolosi e i ragazzi, più o meno all’età di 10 anni, sono costretti ad abbandonare la scuola per andare a lavorare in fabbrica”.
Il libro, venduto anche presso l’Edicol@Lombardo di Borgaro, ha riscosso un buon successo, tanto che si sta pensando di fare una riedizione, e si configura come conclusione di una ricerca avviata nel 2018 e denominata “Ciriè Resistente”, che ha visto anche il coinvolgimento delle scuole. “Il punto fondamentale di questa storia partigiana è che viene raccontata da persone che hanno superato gli 80 e i 90 anni, ma attraverso gli occhi dei bambini e dei ragazzi che erano all’epoca”.