Con questa terza puntata, continua il nostro viaggio nella memoria storica del sodalizio, parlando di alcuni militi che non ci sono piò, ma che con il loro impegno hanno reso importante il gruppo. Come sempre, l’intervento e curato da Mauro Giordano, uno dei padri fondatori della sezione.
di Mauro Giordano

Alberto Giordano ( a destra)
Un trillo di campanello alla porta. Un Signore in giacca e cravatta, magro, naso aquilino, un bel sorriso, voce flebile mi dice: “io sono un autista di camion posso esservi utile?” La porta si spalancò quanto il mio cuore: era un nuovo (il quarto) aggregato. Da quel momento fu tutto un susseguirsi ed un sussulto di episodi di grande partecipazione alla solidarietà ,di altruismo, di dono di quello che quel “camionista” poteva offrire: Alberto Giordano. Primo fra i primi a rispondere alle chiamate. Primo fra i primi a dire si ,quando una esigenza della Croce Verde veniva richiesta. Lui c’era. Lui era la vera incarnazione “dell’incontriamoci mai ci siamo sempre“. E il motto croceverdiano lui lo aveva nel sangue che gli scorreva nelle vene. Il terremoto del Friuli di cui proprio a maggio è ricorso il quarantesimo anniversario, esattamente come la sezione, lo vede soggetto assoluto nella gestione organizzativa, pratica, onesta e leale (a dispetto delle male lingue che si erano sparse) verso quella popolazione devastata da lutti, sofferenze e dolori.
La Sezione di Borgaro era divenuta, ufficialmente riconosciuta dalla Prefettura di Torino, il centro di raccolta di generi alimentari e di vestiario che ,giornalmente ,partivano destinazione Prefettura di Udine. Alberto Giordano dormiva in sede a perenne guardia dei beni depositati da tanti cittadini e lo fece ininterrottamente per ben dodici notti. Di giorno il “camionista” la notte guardia alla Croce Verde. Un ponte radio, curato dagli amici radioamatori,(non esistevano i cellulari ed i telefoni tradizionali erano tutti fuori uso causa il crollo delle centraline),ed installato in sede, ci permetteva di conoscere tutti gli spostamenti e la destinazione della merce. Da quella voce anonima del radioamatore, ci giunse una richiesta solo apparentemente anomala: “ci mandate dei grissini? Perché grissini? Perché i forni sono tutti distrutti, l’energia elettrica manca, il pane non si può fare, i grissini invece sono a lunga conservazione e vanno bene per tutti”.
Che fare? Mandiamo Alberto presso la Ditta Dolce di Caselle nota produttrice di ottimi grissini a chiedere una supplica: dateci un po’ di confezioni di grissini da voi prodotti per i terremotati del Friuli. Alberto parti con l’ambulanza ;non vedendolo più tornare in tempi ragionevoli, telefonammo in ditta per avere sue notizie e la risposta fu tanto sorprendente quanto gradita: sta caricando l’ambulanza di grissini. Tornò dopo oltre tre ore ,con il mezzo carico di scatoloni ripieni di friabili grissini: anche il posto anteriore del passeggero era stato riempito. La notte stessa ,quella stessa ambulanza parti per Udine. Chi scrive non ricorda esattamente la località di destinazione(forse Gemona),ma ben incorda ancora la voce metallica gracchiare dal “baracchino” (la radio del radioamatore di sede) che ringraziava e lodava per tutto quel ben di Dio. I bambini, ospitati nella unica scuola ancora agibile del paese, avevano gustato ,a colazione, latte (in polvere) e grissini arrivati da Borgaro con Alberto. Una festa nel dolore. Il devastante terremoto era successo trentasei ore prima e nuovamente per noi era bello issare sul pennone della solidarietà il nostro motto: “incontriamoci mai ci siamo sempre”. E su quel pennone sempre più in alto c’era lui .Alberto Giordano.