La causa è la mancata presentazione dei dati di bilancio 2016 all’AIM. “Entro luglio le contrattazioni riprenderanno” assicurano dalla società. Ancora aperto il contenzioso con il Ministero dello Sviluppo Economico che pretende dal gruppo la restituzione di circa 920 mila euro.
di G. D’A.
Borgaro/Caselle/Mappano – Non è certo un buon momento per la Cogenpower, società che vede come azionista di maggioranza la famiglia Vallone di Borgaro e che gestisce in questa città e in parte di Mappano la rete di teleriscaldamento. Da qualche settimana, infatti, il titolo aziendale è stato sospeso alla borsa di Londra, dopo poco più di un anno dal suo ingresso nel listino AIM della City. La ragione è la mancata presentazione obbligatoria di alcuni documenti economici e contabili. “Le contrattazioni sul titolo – spiegano da Cogenpower – sono state sospese a causa di un mero tecnicismo, anche se le contrattazioni bilaterali sono comunque possibili. Di recente la società ha cambiato auditor, un’azione che ha portato ad accumulare un minimo ritardo nella presentazione dei dati di bilancio 2016 in mancanza dei quali l’AIM è costretta a sospendere le contrattazioni del titolo sulla sua piattaforma. Il nostro CFO (chief financial officer, Francesco Vallone, ndr), sta ultimando il lavoro ed entro luglio, con la presentazione dei nostri bilanci, le contrattazioni sulla piattaforma della Borsa riprenderanno”.
Ma i problemi di Cogenpower non finiscono qui. Da tempo la spa ha un contenzioso aperto con GSE, Gestore dei Servizi Energetici, e il Ministero dello Sviluppo Economico, che pretendono la restituzione di 10.902 certificati verdi ritenuti indebitamente percepiti da parte dell’azienda, per un importo quantificato in circa 920 mila euro, rilasciati proprio da GSE in base a calcoli errati della quota di energia termica ammessa a beneficiare degli incentivi legati all’impianto di cogenerazione di Borgaro. Anche in questo caso l’azienda tende a minimizzare. “Cogenpower – affermano i soci – si è appellato al TAR contro il GSE per chiedere la sospensiva del procedimento. Il ricorso, a cui si è aggiunto il Ministero dell’Economia in qualità di proprietario di GSE, è stato discusso il 14 giugno a Roma e il Tribunale si è pronunciato in maniera favorevole nei nostri confronti”. In realtà la sezione Terza Ter nella sua ordinanza riconosce tutelabili le esigenze di Cogenpower, fissando la pubblica udienza di discussione nel merito al 23 marzo 2018.
Cogenpower nega quindi ogni tipo di sofferenze economica, anzi lamenta ritardi di pagamento proprio da parte dello Stato italiano, e rilancia sui progetti futuri locali, come la centrale a biomasse di via Mappano, “La società – concludono i soci – sta intrattenendo rapporti con rinomati fondi infrastrutturali e quindi non solo i progetti su Borgaro sono validi ma la nostra strategia è ben più ampia e non è mai stata incentrata unicamente su Borgaro. Altrimenti non avrebbe avuto senso per noi quotarsi a Londra”.