Dopo Leinì, anche l’assemblea borgarese ha approvato, con i soli voti della maggioranza, l’atto che chiede l’abrogazione della legge regionale che ha istituito il nuovo Comune.
di Giada Rapa
Borgaro – Era da tempo che a Borgaro non si vedeva un Consiglio Comunale così affollato come quello andato in scena ieri sera, mercoledì 10 maggio. L’argomento “caldo” è stato ovviamente legato alla costituzione di Mappano Comune e alla richiesta di abrogazione della legge istitutiva, con le proteste degli abitanti della ex frazione già iniziate nella mezz’ora dedicata al pubblico. In questo frangente è stata nuovamente letta la lettera aperta sottoscritta da tutti e 5 i candidati sindaci, che impegna chi vincerà le elezioni a sottoscrivere convenzioni con gli enti cedenti. Inoltre è intervenuto anche il segretario del circolo PD di Mappano Domenico Cantone, che ha rinfacciato al Sindaco di Borgaro Claudio Gambino la promessa, fatta in campagna elettorale, di attivarsi per rimuovere eventuali ostacoli per la nascita del neo Comune. “Lei non solo non non ha rimosso gli ostacoli – ha affermato Cantone – ma ne ha creati di nuovi”.
Dopo la trattazione di alcuni punti all’ordine del giorno di diversa natura, il Consiglio Comunale è ritornato a discutere di Mappano circa un’oretta dopo, con la richiesta di un emendamento da parte della maggioranza alla delibera che chiede alla Regione Piemonte di abrogare la legge 1/2013 che ha permesso la nascita del neo municipio. In sostanza oltre a Leinì (che ha già approvato il provvedimento lunedì 8 maggio) e a Borgaro, tra i comuni disposti a votare l’atto si è aggiunto anche Settimo (in maniera da arrivare a contare 25 mila elettori, così come chiede la norma). Contro l’emendamento si sono scagliate le opposizioni -che al momento del voto hanno abbandonato l’aula. Contraria all’emendamento anche l’assessora Marcella Maurin. “Mi rendo conto che davanti alle folle non si voglia prender posizione” ha commentato il Sindaco Claudio Gambino in merito alla decisione dell’opposizione, esprimendo perplessità anche sulla tanto citata unità di Mappano, che però si presenta con 5 candidati sindaci. La grillina Cinzia Tortola ha etichettato come farsa surreale il comportamento della maggioranza, contrapposto alla favola che stanno vivendo i mappanesi, “tra desideri e aspettative di una popolazione usata da anni come bacino elettorale”. Duro anche Marco Latella. “Questa storia è una presa in giro sia per i mappanesi sia per i borgaresi e trovo che sia l’ennesimo tentativo di salvare la faccia. Vi hanno illuso e hanno preso il vostro voto”.
A seguire, non poteva mancare l’intervento del consigliere Vincenzo Barrea, membro anche del Consiglio della Città Metropolitana di Torino. che ha provato a spiegare le implicazioni della costituzione di Mappano. “il problema è rilevante per tutti e non si può semplificare. La delibera che andiamo ad approvare è un atto politico. È troppo brillante evitare di partecipare al voto, bisogna avere il coraggio di dare voce alle proprie idee. Se non siete d’accordo, votate contro questo atto”. Tra una polemica e l’altra, accuse reciproche e recriminazioni, nonché la frase estremamente contestata dell’assessore Gianluigi Casotti “I diritti di una comunità finiscono quando vengono lesi i diritti di un’altra” e l’intervento – considerato provocatorio- del capogruppo di maggioranza Beppe Ponchione (“questi vivono tra le nuvole” rivolto ai mappanesi) l’atto è stato approvato. A conclusione della discussione il pubblico ha abbandonato l’aula tra ironici applausi e l’inneggiare a gran voce “Mappano, Mappano”.