Ciclopedonale Borgaro-Caselle: occorre una messa in sicurezza?


A seguito dell’ultimo incidente verificatosi qualche giorno fa lungo quel tratto di strada, la consigliera comunale dei 5 Stelle chiede la modifica del percorso. Una soluzione difficilmente praticabile a causa dell’esproprio dei terreni.

di Giada Rapa

Fin dall’inizio della sua realizzazione, la pista ciclopedonale che unisce i comuni di Borgaro e Caselle non ha mai ottenuto pareri positivi unanimi, soprattutto per il restringimento della carreggiata dell’ex strada provinciale. In più occasioni il tema maggiormente discusso è sempre stato quello sulla sicurezza e ad oggi, a seguito di un altro incidente lieve avvenuto la scorsa settimana, la consigliera di opposizione Cinzia Tortola chiede una modifica del percorso.

“È ora di ripensare a questa pista affinché sia veramente messa in sicurezza” spiega l’esponente del Movimento 5 Stelle. “Fin dall’inizio della apertura di questa pista ci sono state molte contestazioni, ma nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione comunale sulla messa a norma della pista, rimangono i dubbi e soprattutto rimangono i rischi per chi transita. Per fortuna gli incidenti ad oggi accaduti non hanno avuto gravi conseguenze ma non è che si debba aspettare l’incidente mortale per intervenire” sottolinea Tortola. “Per questo abbiamo presentato una mozione in cui richiediamo che venga completamente modificato il tracciato per far transitare la pista nella parte posteriore lato campi costeggiando le aree di servizio. Il Comune deve dare riscontro alla nostra richiesta per il bene dei cittadini!”.

Tuttavia, per il Vicesindaco Fabrizio Chiancone, la proposta della consigliera è difficilmente perseguibile. “All’incirca due anni fa abbiamo partecipato a un bando promosso dal Ministero dell’Ambiente per la realizzazione della ciclopedonale che unisse il nostro Comune a quello di Caselle. Grazie al progetto presentato abbiamo ottenuto dei fondi per finanziare l’opera, i quali erano però soggetti a determinate tempistiche, per questo abbiamo deciso di realizzare la pista sulle proprietà comunali. Modificare il percorso, costeggiando l’area di servizio, significherebbe espropriare i terreni: una procedura lunga e complicata che all’epoca avrebbe comportato non solo la dilatazione dei tempi, ma anche la perdita dei fondi”.

Critiche arrivano però anche dal Gruppo Sciandra, soprattutto per quanto riguarda il progetto della ciclopedonale. “In merito a quest’opera ribadiamo la nostra posizione assolutamente contraria, non solo per i soldi mal spesi -anche se sappiamo bene che non tutti erano in capo al nostro Comune, ma restano comunque soldi buttati- ma soprattutto per il tipo di progetto. La pista ciclopedonale andava realizzata in sicurezza e senza il restringimento delle carreggiate” ha commentato la consigliera Cristiana Sciandra.  


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