
L’assessore Andrea Sala
Elevata a 14 mila euro la soglia ISEE per chiedere le detrazioni, scompare l’esenzione totale del servizio. L’assessore Sala: “Tutti devono contribuire al pagamento del pasto”. Il PD vota contro.
di G. D’ A.
Cirié – Nella serata di ieri, lunedì 2 ottobre, nel “recupero” dei punti all’ordine del giorno non discussi nella seduta del 25 settembre, il Consiglio Comunale ha approvato a maggioranza le nuove tariffe del servizio di refezione scolastica che entreranno in vigore a partire dall’1 gennaio 2018. “Lo scopo del provvedimento – ha spiegato l’assessore alla Famiglia Andrea Sala – è stato quello di riordinare il piano secondo un’esigenza di maggiore equità e di eliminare le numerose incongruenze sulle esenzioni e detrazioni riconosciute all’utenza”. In pratica è stata elevata da 11 mila a 14 mila euro la soglia ISEE per chiedere la riduzioni di pagamento del servizio, è stata aumentata del 5% la tariffa del pasto nella fascia che va dagli 8 mila agli 11 mila euro, chi ha un reddito di 1.500 euro annui avrà una detrazione dell’80% del costo, mentre è stata eliminata l’esenzione totale della refezione: “anche chi è senza reddito (in tutto 49 nuclei, ndr) dovrà pagare 1,10 euro a pasto, esattamente quanto statisticamente spenderebbe a casa per far mangiare il proprio figlio” ha giustificato Sala. L’assessore ha aggiunto che durante lo scorso anno scolastico sono stai distribuiti in totale 183 mila pasti somministrati a circa 1.200 bambini e ragazzi, dalla materna alle medie. Sala ha anche esaltato la qualità del cibo servito a tavola e ha ringraziato la ditta CAMST, che ha in appalto il servizio, per il lavoro svolto.
Malumori sono però stati espressi dalla minoranza. Secondo Davide D’Agostino, Fratelli d’Italia, sarà necessario monitorare gli effetti economici che si determineranno con le nuove tariffe e di intensificare gli interventi rivolti a scovare i furbetti che dichiarano di avere redditi bassi ma che hanno tenori di vita ben più superiori. Per Federico Ferrara, PD, alla maggioranza “è mancato il coraggio” di effettuare una revisione tariffaria rivolta a salvaguardare le fasce più bisognose della popolazione, mentre per Franco Silvestro, 5 Stelle, si è operato senza tenere conto che “il parametro di valutazione non è solo il reddito, ma anche il numero delle famiglie che rientrano nelle fasce interessate alla variazione”.
In aiuto all’assessore è intervenuta la capogruppo di maggioranza Domenica Calza che oltre a definire quello della mensa un momento importante di educazione e aggregazione ha plaudito al lavoro “di graduale cambiamento” svolto da Sala per migliorare l’erogazione del servizio. Di contro il capogruppo del PD Luca Capasso ha sottolineato la contrarietà dell’eliminazione dell’esenzione totale, dichiarando il voto contrario del suo gruppo alla delibera.
Tra le note di colore, da segnalare che nelle scuole ciriacesi solo un bambino si avvale del cosiddetto “panino libero”, ovvero del cibo portato da casa.