In questi giorni Facebook è stata coinvolta in uno “scandalo” di compravendita di dati che ha messo in dubbio il suo modello di business. Gli investitori si sono preoccupati ed hanno iniziato a vendere le loro azioni, facendo perdere al titolo in borsa più del 10% del suo valore. Perchè?
di Marco Cavicchioli
Facebook è una piattaforma molto grande (e costosa). Pertanto è necessario che incassi molto fatturato perchè possa sopravvivere. Il fatto che raccolga (e venda) i nostri dati personali è noto (oltre che ovvio, ed inevitabile), ma il fatto che questi dati una volta nelle loro mani possano fare il giro del mondo è invece alquanto preoccupante. Facebook non solo conosce il nostro nome, ed il nostro indirizzo e-mail, ma spesso anche il nostro numero di cellulare, dove viviamo, cosa ci piace, quali sono i nostri amici, le nostre preferenze, quali luoghi frequentiamo, chi sono i nostri familiari, le persone con cui interagiamo di più… eccetera. Ovvero sa molte cose (forse troppe).
Ma questi dati siamo noi a darglieli, e finchè vengono usati solo dalla piattaforma stessa in fondo ci sta bene così. Quanto invece siamo disposti ad accettare che Facebook li venda ad altri? Un conto è se li mette a disposizione di chi vuole fare pubblicità su Facebook, in formato anonimo (ovvero senza i nostri nomi), ma se finiscono invece sul mercato “in chiaro” (ovvero con tanto di nome e cognome) molti di noi non sarebbero più disposti a darglieli.
Ed infatti qualcuno sta iniziando a cancellarsi da Facebook. Ha fatto scalpore ad esempio la notizia che Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, ha fatto rimuovere le pagine delle sue aziende dal social network di Mark Zuckerberg (il fondatore di Facebook). Se molte persone dovessero cancellarsi il fatturato di Facebook potrebbe crollare.
Inoltre a prescindere dal numero degli utenti, da qualche mese sono in calo anche le ore complessive di utilizzo della piattaforma. Ovvero la gente sta usando meno Facebook. Fortunatamente per Zuckerberg molti si stanno “spostando” su Instagram e WhatsApp, che sono sempre di proprietà di Facebook, quindi alla fine il fatturato potrebbe non diminuire sostanzialmente, ma gli investitori hanno paura lo stesso e stanno disinvestendo.
Tuttavia va detto infine che il problema tecnico che ha consentito la “fuga di dati” che ha dato inizio allo scandalo Cambridge Anakytica sembrerebbe in realtà essere stato risolto, quindi dal punto di vista tecnico non pare esserci alcuna ragione plausibile per abbandonare Facebook. Ma su queste cose è sempre meglio vigilare e non dare nulla per scontato: ci sono in ballo i nostri dati personali privati. Meglio non sorvolare.