L’ultima fatica del borgarese trapiantato a Londra parla dell’Italia del 1994 e della bufera politico-giudiziaria di Tangentopoli.
di Dario De Vecchis
Borgaro – “Ho scritto questo libro sul quel periodo con la speranza che non passi nell’oblio e che non venga ricordato solo nelle ricorrenze dettate dal calendario”. Questa è forse la frase più interessante del lungo colloquio che alcune settimane fa abbiamo avuto con Davide Rubini, borgarese trapiantato a Londra, con la grande passione della scrittura e con alle spalle già alcuni libri che hanno avuto un buon successo di critica ed editoriale.
Un incontro per parlare della sua imminente nuova pubblicazione, “Il Fischio Finale” edito da Gilgamesh. Il periodo descritto nell’opera è quello dell’Italia del 1994 dove è da poco passata la bufera giudiziaria e politica di Tangentopoli. Una proposta letteraria quella di Rubini che vuole non solo riflettere su quel passato ma essere da monito per l’oggi dove, come ben sappiamo, le pratiche del malaffare non si sono esaurite anzi veleggiano a gonfie vele. Il personaggio principale del libro è un calciatore Brando Adelmi, capitano della Rivaermosa squadra che riesce a partecipare alla C2 per la prima volta nella sua storia. Brando è una bandiera per la squadra ed è anche un personaggio che può essere utilizzato per raccogliere voti, così pensa un uomo politico molto scaltro che vuole conquistare il comune della Rivaermosa.
Il calciatore accetta la candidatura di consigliere comunale perché in gioco ci sono la sopravvivenza della Rivaermosa, ma presto scoprirà di essere il personaggio chiave del tentativo di speculazione immobiliare Città Felice messo in atto dall’uomo politico. Una trama convincente, un ambiente ben descritto ma anche una fotografia ironica e disincantata dell’Italia e degli italiani di quel tempo che Rubini analizza con sincerità. Vale la pena quindi spendersi per questo scrittore borgarese, cittadino del mondo e consigliare la lettura del “ Il Fischio Finale” in odore di concorrere al Premio Strega.