La cultura della prevenzione e del rispetto deve partire dalle famiglie, dagli istituti scolastici, dalle associazioni, dalle scuole di danza o di musica, dall’oratorio e perfino dalla Croce Rossa.
di Nadia Bergamini, giornalista de La Stampa
Una rete di persone, associazioni e Comuni per collaborare e condividere manifestazioni, eventi, iniziative, ma soprattutto amicizia e amore per il territorio. La prossima settimana, a Borgaro, Caselle, Leinì e Mappano, le iniziative sono tutte contro il femminicidio. Ma, come si è formato il gruppo di lavoro diventato rete? Tocca a me, e direi immodestamente, raccontare come il team (sempre più numeroso) ha cominciato il suo cammino.
Tutto è iniziato tre anni fa quando Cristina Damiano ha proposto al presidente del CIM, una serata, mai fatta prima a Mappano, a tema e con esperti, associazioni ad hoc e forze dell’ordine. Grazie a questa ragazza che rimane sempre nell’ombra, ma è un’infaticabile organizzatrice e una fonte di idee inesauribile, da subito è stata coinvolta la commissione Pari Opportunità di Caselle, allora presieduta da Enza Lombino e l’allora assessore di Borgaro, Federica Burdisso e naturalmente la sottoscritta. Ci siamo trovate intono a quel tavolo nell’ufficio del Consorzio e abbiamo cominciato a progettare eventi su quei temi che più che mai ci vedevano coinvolte e in prima linea.
L’anno scorso si è aggiunta anche Leinì con il suo assessore Emiliana Volonnino che con entusiasmo ha aderito alla rete, allargando il territorio di azione. Sono arrivati nuovi membri, l’assessore borgarese Marcella Maurin e la consigliera Fabiana Cescon, gli assessori di Caselle, Erica Santoro e Angela Grimaldi. Tutte le iniziative sono state caratterizzate proprio dal sentimento della condivisione: da Borgaro a Leini, da Caselle a Mappano. Credo, però, che mai come quest’anno, la parola d’ordine sia stata coinvolgere. Coinvolgere il maggior numero di persone attraverso spettacoli, gli istituti scolastici perché proprio da lì parte la cultura del rispetto, le associazioni, le scuole di danza o di musica, l’oratorio e perfino la Croce Rossa. Tutti insieme e sempre di più insieme perché il messaggio che vogliamo lanciare anche per stimolare le istituzioni e la politica è troppo importante. Il rispetto deve entrare a far parte della cultura di tutti in particolare delle giovani generazioni. Cultura… Etimologicamente significa coltivare, se viene riferito al territorio. Sul piano semantico, se riferito all’uomo, esprime la cura necessaria per sviluppare un sistema di valori. E’ innegabile, però, che il principale patrimonio culturale da conservare, tutelare e sviluppare sono proprio le persone.
Secondo la filosofia del gruppo che rappresento, occorre consentire alle persone di coltivare se stesse e prendersi contemporaneamente cura di altre persone ed è quello che abbiamo cercato di fare finora e che cercheremo ancor più di fare in futuro. Siamo più che mai convinte che perché un gruppo di lavoro possa davvero funzionare ci debbano essere alcuni punti cardine: innanzitutto la comunicazione, ma sicuramente la capacità di confronto e anche e soprattutto il rispetto. “Tante teste…tante idee” non deve essere necessariamente motivo di scontro o contrapposizione, ma ricchezza e capacità di condivisione ed è quello che la nostra rete si è proposta fin dall’inizio e che rimane il punto fermo del lavoro in team. Quindi le persone che si aggiungeranno non potranno che essere le benvenute.
Concludo invitando tutti a partecipare alle iniziative che proponiamo da mercoledì in poi, con l’obiettivo non solo di dire “no al femminicidio”, ma di sensibilizzare tutti al problema, perché la prevenzione e l’educazione al rispetto inizia prima di tutto in famiglia.
“Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati”. (Michael Jordan).