Qualità dell’aria: per Legambiente bisogna pensare ad una diversa mobilità urbana


Gli alti livelli di inquinamento, che un po’ ovunque stanno colpendo l’intera penisola, riaprono il dibattito sulla circolazione stradale e sugli impianti di riscaldamento.

di Giada Rapa

Carla Pairolero

Carla Pairolero

“Il blocco della circolazione è solo una soluzione momentanea. Per combattere gli alti livelli di smog occorre partire dai trasporti e dalla mobilità urbana”. Carla Pairolero, di Legambiente Metropolitano, nonché cittadina borgarese di Villaretto, ha così espresso il suo pensiero dopo l’incontro tenutosi ieri a Torino tra città metropolitana e comuni della prima cintura per parlare di provvedimenti da adottare contro l’alto livello di inquinamento atmosferico di queste settimane e che inizialmente potrebbe portare ad un blocco totale della circolazione a partire dal 30 dicembre.

Secondo Pairolero (che ieri insieme all’assessore Casotti ha rappresentato il Comune di Borgaro al tavolo sulla qualità dell’aria) la prima cosa da fare sarebbe quella di invitare la popolazione a non utilizzare riscaldamenti o caminetti a legna, almeno in questo periodo, e imporre il limite di 19 gradi per gli impianti di riscaldamento, che andrebbero spenti o lasciati a 15 gradi – nel caso di anziani o malati – durante la notte. Potrebbe anche essere utile procedere al lavaggio delle strade.

“Ma la cosa più importante per cercare di arginare il problema all’origine – sottolinea Pairolero – è investire sul trasporto pubblico non solo a Borgaro, ma nell’intera regione. Dal 2010 sul servizio sono stati effettuati tagli pari al 7,5% e ben 14 linee sono state soppresse, con la conseguenza che ad oggi ci sono 33 mila persone in meno sui treni piemontesi che per muoversi utilizzano l’auto. Ma incentivare il trasporto pubblico non basta, occorre anche iniziare a fare seri controlli sulle emissioni di automobili e industrie, andando a sanzionare nei casi in cui si sforano i limiti, nonché considerare il principio della moderazione del traffico. In più non andrebbe sottovalutato il persistente problema dei roghi nei campi Rom”.


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Giovanni D'Amelio