Drogate di Bellezza: una riflessione sull’immagine femminile nelle pubblicità di oggi


1CASELLE – La Presidentessa de LOFFICINA, Elena Rosa, martedì 22 marzo, ha affrontato con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo il tema della mercificazione della donna nella reclame.

di Giada Rapa

Il terzo evento proposto nell’ambito di “Donne che Cambiano”, rassegna di incontri promossi dall’amministrazione comunale della città, ha centrato l’analisi sul fenomeno della discriminazione delle donne in ambito pubblicitario ed è stato rivolto in particolar modo ai ragazzi delle scuole medie. “Il nostro compito è lavorare a livello didattico per insegnare il rispetto per tutte le donne” ha esordito la dirigente scolastica Loredana Meuti. “Questa mattina abbiamo il piacere di ospitare Elena Rosa del comitato Se Non Ora Quando? che ci illustrerà il modo in cui la pubblicità vende stereotipi sbagliati annullando le nostre aspirazioni” ha proseguito l’assessore alle Pari Opportunità Angela Grimaldi.

Elena Rosa

Elena Rosa

Particolarmente interessante l’intervento di Elena Rosa, che ha spiegato come, troppo spesso la donna è rappresentata con un corpo perfetto, lontano dall’immagine reale oppure come casalinga soddisfatta o madre felice. “Se prestate attenzione nel 90% dei casi una madre casalinga è affiancata da una figlia femmina, mentre la madre che si appresta a nutrire la famiglia spessissimo si rivolge a un figlio maschio. Denunciare le pubblicità che trasmettono messaggi denigratori nei confronti delle donne ha continuato la Presidentessa dell’associazione Lofficina – è possibile inviando una segnalazione all’istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, oppure è possibile boicottare il prodotto non acquistandolo”.

“Non si deve negare il corpo femminile, – ha ancora argomentato Elena Rosa – ma le donne devono essere rappresentate come esseri umani e non come oggetti, altrimenti il messaggio che trasmette porta a un modello malato di relazione tra uomo e donna. Altro grave messaggio che la pubblicità trasmette è lo sviluppo precoce dell’infanzia, dove i giovani assumono atteggiamenti da adulti e per le bambine, atteggiate da piccole Lolita, hanno lo scopo della conquista del maschio. In ultimo – ha concluso l’esperta –  non bisogna dimenticare l’ossessiva attenzione verso la bellezza peché spesso nella pubblicità il corpo è visto come un luogo di sofferenza e disagio, invecchiare è una colpa, chi è grasso merita disprezzo. È tempo di dire basta, di far capire che le donne vogliono vedere la bellezza vera e che sono altro oltre un corpo”.

3COS’E’ LOFFICINA – E’ un’associazione di donne che intendono contribuire al processo di emancipazione di genere nel nostro paese. E’ osservatorio e ricerca di linguaggi in grado di sviluppare una coscienza diffusa sulla responsabilità della comunicazione. Promuove progetti e campagne di comunicazione etica e sociale per la divulgazione dei principi delle pari opportunità di genere.


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