CASELLE – Grande afflusso di pubblico per la serata organizzata dalla Commissione Pari Opportunità per celebrare la giornata internazionale contro le discriminazioni di orientamento sessuale.
di Giada Rapa
La serata di ieri, martedì 17 maggio, contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, promossa dall’assessora Angela Grimaldi e dalla presidentessa della Commissione alle Pari Opportunità, Loredana Bagnato, ha ottenuto un grande consenso in termini di partecipazione da parte della cittadinanza. I temi affrontati sono stati diversi, alcuni anche delicati, ma sono serviti a far comprendere l’arricchimento che dà la diversità. Estremamente toccante il racconto di Giovanni Roggero, dell’associazione Agedo, che ha parlato della sua esperienza con un figlio minore che “non si sentiva eterosessuale” e che dopo diversi anni dallo psicologo ha scoperto di essere transessuale. “Se tutto andrà bene – ha commentato Roggero, rappresentante del gruppo che si occupa del sostegno alle famiglie che si ritrovano in queste situazioni – a fine anno mia figlia, perché ormai è mia figlia, si sottoporrà all’intervento chirurgico. Non posso negarlo, come famiglia abbiamo passato dei momenti difficili, ma io non mi vergogno di dire che sono il padre di una persona transessuale. Queste persone chiedono solo di essere accettate per quello che sono, di non essere prese in giro, umiliate, picchiate o in alcuni casi anche uccise. L’omofobia è una malattia sociale, è la negazione dei diritti personali e dell’accettazione”.
Successivamente la parola è passata a Giziana Vetrano, rappresentante dell’associazione Famiglie Arcobaleno, che ha parlato dei problemi che le coppie omosessuali si trovano ad affrontare sul tema della genitorialità. “Sono la madre biologica di un bambino di 6 anni. La mia compagna, con la quale convivo da 20 anni e che si occupa di nostro figlio a volte più di me, necessita sempre di una delega anche solo per prenderlo a scuola. Se mai dovesse capitargli qualcosa, mio figlio rischia di finire in affidamento perché la legge gli ha negato i diritti”. Tale argomento è stato anche affrontato dall’avvocato Francesco Zagarese, che ha anche asserito che “non ci sarebbe bisogno di leggi, perché la non-discriminazione dovrebbe essere una questione di buon senso”. La tematica della discriminazione è anche stata affrontata dal punto di vista scolastico, con l’intervento della dirigente Loredana Meuti. “È una questione culturale, la scuola deve iniziare a riappropriarsi del suo concetto educativo e lavorare in stretta sinergia con i genitori, anche se non è un compito facile”.