CROCE VERDE TORINO, SEZIONE BORGARO E CASELLE: LA SQUADRA DEL SABATO POMERIGGIO


Di seguito la settima puntata rivolta alla scoperta di chi, in modo gratuito e disinteressato, ha deciso di dedicare del tempo, sottratto alla famiglia, al riposo, allo svago, per mettersi a disposizione del prossimo. Come sempre a raccontarci questo viaggio è uno dei fondatori del gruppo locale dell’ente.

di Mauro Giordano

Gli appuntamenti con i militi della Sezione di Borgaro-Caselle ci ha portati nella sede di Cascina Nuova alle 13.30 di un sabato pomeriggio: l’ora del cambio guardia fra la squadra del sabato mattina e quella del pomeriggio. Mentre i militi fra loro si scambiavano i saluti e gli auguri di buona guardia , noi siamo stati attirati dal notiziario Croce Verde , un trimestrale della sede di Torino che in ultima pagina , riporta alcune riflessioni di un soccorritore: “vorrei che tu… vorrei che tu… beh forse non capisci… eppure noi siamo sempre pronti per una nuova chiamata. 24 ore al giorno,365 giorni l’anno.”E poi prosegue con una serie dì flash che narrano la vita vissuta in diretta dai militi,ma proprio in quella attesa arriva sorridente Renato. Lui è un veterano. Ha 55 anni e da 36 svolge il suo servizio di volontario in Croce Verde, 36 anni al servizio di chi ,in un momento inaspettato e del tutto inatteso, necessita di un aiuto importante. Renato, si è così diviso fra il lavoro di falegname, la famiglia e… la Croce Verde! E, sempre nella squadra del sabato pomeriggio . Ciò significa che tutti i sabati pomeriggio di un intero anno e per 36 anni lui c’era.

In squadra insieme a Renato, troviamo Paolo, il responsabile della squadra, 56 anni dipendente di una cartiera , 8 anni di Croce Verde, con il giusto piglio del responsabile: autorevole e non autoritario, ci presenta la sua forza di volontari: Antonio, 70 anni, che sorridendo dice essere “dipendente INPS”, da 5 anni in Croce Verde, Daniela ,58 anni, consulente audio-protesista,da 10 anni in Croce Verde, Francesca, figlia d’arte, del papà milite abbiamo già parlato, nel nostro girovagare nelle squadre. Francesca è un tecnico di officina per le rettifiche meccaniche di precisione. Di lei si può veramente dire essere nata con la camicia “verde”: tiene a spiegarci che era del gruppo dei “tigrotti”, i bambini, figli dei militi, che, in divisa (confezionata dalla indimenticabile Rosi Gosti) accompagnava mamma e papà in tutte le cerimonie dell’ente. Infine Donatella , 43 anni , assente e momentaneamente in permesso. Renato riprende la parola da “vecchio” e tiene a precisare quanto siano difficili i rapporti in essere al momento attuale: mancanza di risorse , mancanza di volontà attuativa, di spirito, e secondo lui, la situazione è assai difficile a livello di ricambi generazionali. Troppo pochi i giovani che si avvicinano a questo volontariato, per garantire un giusto ricambio.

Ci congediamo dai nostri amici quando dal cortile sta arrivando a piedi un ragazzo di giovane età, sicuramente con maggiori difficoltà di molti di noi. Renato ci dice che tutti i sabati, lui arriva in sede, gli viene offerto un caffè, chiacchiera un pochino con tutti e… poi ritorna sui suoi passi. Amici, anche questo è un “servizio”.Bravi! E ci viene subito in mente una celebre frase di Madre Teresa di Calcutta: “quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. Nel congedarci, pensiamo anche – con un po’ di tristezza – che questo è l’ultimo appuntamento con le squadre della sezione, dopo ben 11 puntate. Ma, se non vi abbiamo stufato, continuate a leggerci, perché non è finita qui.


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Giovanni D'Amelio