A sostenerlo è il comitato Torino Respira, lo stesso dal cui esposto è scaturita l’indagine in tema di reato di inquinamento ambientale colposo contro sindaci e assessori che hanno governato il capoluogo in passato. Nel mentre, però, “bisogna lavorare su misure strutturali importanti”.
dalla Redazione
Pochi giorni fa, l’Unione Europea ha emanato una nuova direttiva relativa alla qualità dell’aria, che tra le diverse disposizioni prevede la riduzione del 50% dei limiti di concentrazione per il particolato e il biossido di azoto, l’intensificazione delle stazioni di monitoraggio e la possibilità per i cittadini di richiedere un risarcimento per eventuali danni alla salute causati dagli stati inadempienti. Viste le condizioni geografiche e meteorologiche particolari, l‘Italia può posticipare di 10 anni, dal 2030 al 2040, il recepimento di questi nuovi limiti, nonostante sia la nazione che registra il numero più elevato di morti per inquinamento atmosferico, oltre 70.000 persone all’anno.
Tuttavia, non sarà facile raggiungere gli obiettivi della nuova direttiva se non si metteranno in atto interventi strutturali importanti. Tra queste, come sostiene da tempo il Comitato Torino Respira, “il potenziamento del trasporto pubblico, la riduzione dei veicoli privati e dei loro limiti di velocità su tutte le strade e autostrade, l’elettrificazione dei trasporti, l’efficientamento energetico e l’espansione del teleriscaldamento. Interventi indispensabili anche nel settore degli allevamenti e nell’utilizzo dei fertilizzanti in agricoltura“. Misure a lungo termine, alle quali, aggiunge il comitato “è fondamentale affrontare in modo efficace le situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo dall’inizio dell’anno, cosa che al momento non sta accadendo”.
Sempre secondo Torino Respira, i blocchi della circolazione alle auto più inquinanti di questi giorni si stanno rilevando inefficace, anche perché “le condizioni meteorologiche non cambiano, i blocchi non vengono rispettati, i controlli non vengono fatti, il traffico non diminuisce. C’è bisogno di cambiare strategia, non solo a Torino, ma in tutte le città della pianura padana“. Per correre un po’ ai ripari, il Comitato di rispolverare due misure già utilizzate in passato, le targhe alterne e le domeniche senz’auto. “Sono due misure che non creano discriminazione tra i possessori di auto di categorie diverse, coinvolgono tutti a contribuire ad affrontare il problema e sono infinitamente più facili da controllare“.