IL CASO – Mensa scolastica o cibo da casa? In zona non sembra un problema, per ora


Nelle scuole di Borgaro, Caselle e Mappano, al momento non sono stati ancora segnalati casi di genitori pronti a ritirare i propri figli dal servizio comunale. Ma potrebbe essere solo una questione di tempo.

di G. D’A.

Erica Santoro

Erica Santoro

Mentre a Torino è vivo il dibattito sul cosiddetto “diritto al panino”, avvero la possibilità dei genitori a rinunciare al servizio mensa a scuola per i propri figli in favore del “baracchino” portato da casa, a Borgaro, Caselle e Mappano pare che tutto taccia. “Al momento – ha commentato il Sindaco di Borgaro, Claudio Gambino – non ci è giunta disdetta del servizio da parte di nessun genitore, né del concentrico né di Mappano. Quindi per ora non ci poniamo il problema, ma personalmente ritengo un’idea sbagliata quella del pasto da casa, principalmente perché si corre il rischio di creare delle discriminazioni tra i bambini e obbliga le scuole, che hanno già pochi mezzi, ad attrezzarsi per fare fronte a questa nuova esigenza”.

Da buon avvocato, invece, l’assessora all’Istruzione del Comune di Caselle, Erica Santoro, ritiene che un diritto è un diritto. “Come amministrazione – ha comunicato – siamo sul pezzo, e anche se non ci è giunta nessuna richiesta formale di utenti che vogliono dire basta alla mensa, noi ci stiamo muovendo informalmente dialogando con l’ASL e le direzioni scolastiche in caso si presentasse il caso. Soprattutto perché – ha concluso Santoro – se la Corte di Cassazione dovesse a breve dare ragione ai genitori che si sono appellati a questa possibilità di scelta, si aprirebbe per il nostro Paese una novità da non sottovalutare anche per i piccoli comuni”.


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Giovanni D'Amelio