Borgaro: la classe terza D della scuola media Carlo Levi in viaggio a Palermo


I ragazzi, vincitori del progetto “Se Vuoi” hanno potuto passare 3 giorni nel capoluogo siciliano, alla scoperta dei luoghi dove uomini e donne combattono costantemente contro la mafia. Un viaggio emozionante, come sottolineato dall’assessora Marcella Maurin.

di Giada Rapa

Borgaro – Durante la serata sulla legalità svoltasi a Villa Tapparelli, l’allora classe media seconda D era stata decretata vincitrice del progetto “Se vuoi”, promosso dalla città di Palermo con la collaborazione della Polizia di Stato, la cui adesione è stata fortemente voluta dall’assessora all’istruzione borgarese Marcella Maurin. Dal 17 al 19 ottobre, la classe, ormai terza e composta da 22 ragazzi, è volata nella città promotrice del progetto insieme a 3 insegnanti e all’assessora, per un viaggio nei luoghi della memoria, dove ancora oggi uomini e donne continuano a combattere contro la piaga della mafia.

“È stata un’esperienza indimenticabile e sono davvero fiera di aver supportato la partecipazione a questo progetto, che sarà difficile ripetere a breve proprio per dare a tutti la possibilità di poter fare questo bellissimo viaggio” ha esordito Maurin, appena rientrata dal capoluogo siciliano. “Una cosa è vedere e sentire certe cose in TV, un altro conto è invece toccarle con mano, viverle” continua l’assessora, che illustra alcuni dei toccanti racconti dei quali i ragazzi sono stati partecipi: una madre che ha vissuto la perdita del figlio, ucciso soltanto perché, giocando, il suo pallone era finito all’interno di un negozio in cui veniva raffinata la droga; imprenditori che vivono costantemente sotto scorta per aver denunciato i mafiosi, e la sorella del giudice Paolo Borsellino che, nonostante la malattia, si prodiga ogni giorno affinché i giovani possano studiare stando lontani dall’illegalità.

Oltre a queste esperienze, la classe ha anche visitato i luoghi più significativi della lotta alla mafia. “Abbiamo contato i 100 passi che separavano Peppino Impastato dalla casa del boss Bagarella, e siamo andati a Capaci, nel Giardino della Memoria. Qui, forse, abbiamo vissuto il momento più emozionante: l’atmosfera surreale che si respira ha fatto scendere le lacrime a parecchi”. Un viaggio che ha portato grande arricchimento, grazie anche all’impeccabile organizzazione della Polizia di Stato, che ha inoltre dato l’occasione ai ragazzi di visitare tutti i reparti a propria disposizione.


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