Portata in scena dall’associazione ArTeMuDa, Amnesty International e dai volontari della Croce Rossa di Mappano, la rappresentazione teatrale ha “raccontato” i diversi tipi di violenza, non solo quella fisica.
di Giada Rapa
Borgaro/Mappano – Una performance per sottolineare che non sono solo le violenze fisiche a rendere le donne schiave di un uomo. È anche il continuo lavaggio del cervello di chi “trova la chiave per entrare dentro di te e si comporta da padrone” demolendoti a poco a poco. È questo il senso profondo de Le Donne Forti Danzano Scalze, spettacolo teatrale andato in scena sabato 18 novembre presso l’Hotel Atlantic e interpretato da attori dell’associazione ArTeMuDa, da attivisti di Amnesty International e da volontari del Comitato della Croce Rossa di Mappano, che racconta le storie di Carmen, Deborah, Hina, Juliette e Isoke.
“Abbiamo organizzato questa serata a scopo benefico al fine di dare supporto alle attività della Croce Rossa proprio perché noi siamo sempre in prima linea a difendere i collettivi vulnerabili, proprio come le donne che subiscono violenze. Ne approfitto inoltre per ringraziare il direttore dell’Hotel Atlantic, Dimitri Ciaschini, che ci ha ospitato e a tutti voi che avete partecipato alla nostra iniziativa. In una sola settimana, infatti, siamo riusciti a vendere più di 120 biglietti” ha spiegato, all’inizio della serata, Riccardo Giuliano, Presidente del Comitato CRI Mappanese. La parola è poi passata alla referente Daniela Damiano, che ha sottolineato come la tutela delle donne e dei diritti umani passi attraverso la libertà, il rispetto e l’educazione. “Con questo spettacolo vogliamo dire no alla violenza sulle donne, ma anche a ogni altro tipo di violenza”.
Raccontare più in dettaglio la rappresentazione è stato compito di Carla Gottardi, di Amnesty International, e Roberto Micali di ArTe MuDa. “Con ArTe MuDa abbiamo un sodalizio ormai decennale perché il linguaggio teatrale si presta particolarmente bene a trasmettere la difesa dei diritti umani. È necessario conoscere i dati, informarsi, ma soprattutto entrare in empatia, per questo lo spettacolo parte da 5 storie vere. Una rappresentazione emblematica delle diverse modalità in cui la violenza può agire. Mentre la guardate, domandatevi quando queste situazioni potevano essere deviate in senso positivo” ha commentato la Gottardi, chiedendo anche al pubblico di sostenere una raccolta firme per una donna egiziana, avvocata attivista dei diritti umani, che rischia 15 anni di galera per aver “diffamato il paese” avendo dichiarato che esiste un problema di violenza domestica in Egitto.
“Siamo arrivati alla 23a replica – ha concluso Micali – ma saremo contenti quando non ci sarà più necessità di parlare dell’argomento. Questo spettacolo è nato nel 2013, ma dal 2018 vorremmo poterlo proporre anche nelle scuole, perché è proprio lì che bisogna iniziare a parlarne”.