L’importanza dello sport per l’inclusione sociale


Nella round table tenutasi nella giornata di ieri presso la Sala Consigliare di Borgaro, diverse associazioni europee aderenti al progetto SPIN hanno condiviso idee, obiettivi ed esperienze in merito all’integrazione attraverso la pratica sportiva.

di Giada Rapa

Borgaro – Lo sport per promuovere l’integrazione dei migranti, partendo soprattutto dai bambini, trasmettendo loro i valori dell’uguaglianza e della responsabilità. Ma anche analizzare i dati esistenti in termini di inclusione, fare uno studio per comprendere la situazione reale e rafforzare una rete di cooperazione tra le regioni europee partecipanti affinché membri e associazioni di ogni nazione possano trarre vantaggio dalla sinergia e dallo scambio prodotto. Sono questi gli obiettivi principali del progetto SPIN -Sport per l’Inclusione-, co-finanziato dall’Unione Europea per un importo di 60 mila euro e che vede tra i suoi partner il Comitato Regionale UISP Piemonte.

Nella mattinata di venerdì 17 marzo, presso la Sala Consigliare del Comune di Borgaro si è svolta una round table sull’argomento alla presenza di alcune autori del nostro territorio, come il Sindaco Claudio Gambino, l’assessore allo Sport di San Maurizio Canavese Antonio Zappalà, il direttore del Comitato UISP Ciriè Settimo Chivasso Roberto Rinaldi e l’ex presidente di UISP Piemonte Francesco Aceti. Un’occasione per discutere del progetto, che comprende quattro gruppi di discussione con bambini e adulti immigrati – al fine di capire come vivono l’integrazione – e operatori del settore in Francia, Italia, Palma di Majorca e Catalogna. I partner presenti si sono poi confrontati sulle diverse situazioni riscontrate nei propri paesi, sottolineando sempre come lo sport sia un mezzo privilegiato per favorire l’inclusione.

“Questa è l’Europa che ci piace, quella che mette al centro la persona e non gli interessi economici” ha dichiarato il Sindaco Gambino. “È un orgoglio per noi dire di aver partecipato a questo progetto, poiché spesso si guarda all’integrazione come un fenomeno che crea problemi, mentre in realtà qui si lavora affinché l’integrazione arricchisca chi accoglie. La sfida dell’incontro dei popoli è solo all’inizio, credo ci sia ancora molto da fare”.

 


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