Il libro scritto dal borgarese Claudio Larizza è un inno all’amore materno. “Non è un racconto triste perché è pieno di colore e di vita”.
di Giusi Dell’Abadia
Borgaro – In una giornata dal tempo incerto, il giovane autore borgarese Claudio Larizza ci parla del suo libro, autopubblicato, Non esiste addio. “È un libro che si è scritto da sé, non ho dovuto forzarlo per farlo uscire” afferma Larizza. Forse questo è dovuto al fatto che, sebbene il libro sia stato scritto alla fine del 2015, la sua vicenda è stata concepita dieci anni prima. La storia di Abigail e Susan è maturata con calma, fino a riuscire naturale, come naturali sono gli eventi di cui tratta il libro: l’amore per un figlio, la malattia e la morte, elementi che ci circondano e sono parte integrante della nostra vita. “Sebbene possa sembrare un libro triste, in realtà non lo è – spiega Claudio -perché è pieno di colore, di vita, di speranza per il futuro”.
Non esiste addio narra della vicenda di Abigail, giovane madre e artista, la cui vita viene sconvolta quando scopre di avere un cancro ad uno stadio ormai terminale. Tutti si aspettano che decida di passare gli ultimi mesi di vita in modo tranquillo, senza particolari affanni e preoccupazioni: Abigail, però, non se lo può permettere data la presenza della figlia neonata. La protagonista decide di non farsi trascinare dallo sconforto, e, anzi, di lasciare un segno tangibile in quella che sarà la vita della sua Susan. Infatti, attraverso un testamento composto da riprese video, regala alla piccola pezzi della sua esistenza: si confronta con lei su temi come l’amore, la delusione, la differenza tra bene e male, l’intero universo di esperienze che la aspetta; fa in modo che la figlia cresca conoscendo la madre. La protagonista sa di non poter scappare al suo destino: quest’ultimo, però, sembra concederle il tempo che le serve per finire il suo progetto. Vediamo Abigail lottare fino all’ultimo, senza aspettare inerme quella che sarà la fine. E dunque, tra cicli di chemioterapia e slanci inaspettatamente vitali, ci ritroviamo a sorridere guardandola correre, dipingere, vivere il più intensamente possibile. Non possiamo che dare ragione alle parole dell’autore: è davvero una storia di vita e di speranza.
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