Borgaro: il Treno Resistente, un confronto generazionale per riflettere e non dimenticare


La serata, a cui hanno partecipato anche i giovani che hanno aderito al progetto del Treno della Memoria 2017, è stata un’occasione di confronto tra la realtà dell’epoca e quella di oggi.

di Giada Rapa

Borgaro – Una serata, intitolata Treno Resistente, organizzata per il secondo anno dalla Società Cooperativa Agricola e Operaia, per trattare temi diversi, dall’arte, al viaggio, alla memoria, solo all’apparenza disgiunti. Tutti però con un denominatore comune: toccare gli argomenti più importanti in preparazione dei festeggiamenti del 25 Aprile, per celebrare la ricorrenza con consapevolezza e per dare un’opportunità di confronto tra giovani e anziani. Un’occasione per “coniugare le memoria del passato attivandola alla realtà del presente“, come ha spiegato il moderatore dell’iniziativa, Dario De Vecchis. I ragazzi che hanno partecipato quest’anno al Treno della Memoria hanno infatti avuto l’occasione non solo di raccontare la loro esperienza, ma di condividerla e dialogare con il partigiano Palmiro Gonzato dell’ANPI di Torino.

La serata è iniziata con l’introduzione artistica della restauratrice Sara Ligregni, che ha parlato del capolavoro di Pablo Picasso “Guernica”, realizzato ormai 80 anni fa, in sole 5 settimane, come manifesto universale contro la forza cieca delle guerre. Un dipinto sul quale ha fatto molto discutere il simbolismo. Successivamente il ragazzi che hanno partecipato al Treno 2017 hanno raccontato la loro esperienza, fatta di luoghi, immagini e sensazioni, avendo poi la possibilità di confrontarsi con Gonzato, che ha rievocato gli anni della Resistenza sottolineando quando le cose siano cambiate. “Al giorno d’oggi è difficile far partecipare i giovani, perché vogliono tutto subito”. Durante il Treno Resistente è intervenuto anche il responsabile nazionale del Treno della Memoria, Alessandro Azzolina. “Quella che proponiamo può sembrare una gita, ma non lo è. Noi lo definiamo un pellegrinaggio laico. È un modo per imparare davvero dalla storia. Quello che ha portato ai campi di concentramento non è stata l’opera di un pazzo, ma la conseguenza dell’indifferenza da parte di chi sapeva e non ha agito”. Ha raccontato la sua esperienza sul Treno della Memoria anche la Vicesindaco di Borgaro, Federica Burdisso. “Ho partecipato nel 2007 ed è l’unico viaggio di cui mi ricordo veramente tutto e che mi ha regalato un mix di emozioni e ricordi bellissimi, anche se l’impatto è senza dubbio duro. Il Comune di Borgaro ha sempre aderito e continuerà a farlo, ma approfitto dell’occasione per chiedere che venga allargata la fascia d’età. È giusto rivolgersi ai giovani, ma credo sia importante provare ad ampliarlo per coinvolgere fasce più adulte”.

L’ultimo intervento è stato affidato a Mario Bertino, presidente dell’ANPI di Borgaro. “Non dobbiamo dimenticare che anche tre borgaresi sono morti in quei campi di sterminio. È importante che i giovani ricordino, ma che visitino anche luoghi a noi più vicini. C’è la possibilità di visitare le prigioni dei partigiani a San Maurizio, oppure il campo concentramento di Fossoli, vicino Carpi, o ancora la Risiera di Trieste. Anche in Italia ci sono stati i campi, sono queste le cose che dovrebbero sapere i giovani. La gente in generale dovrebbe ricordarsi di più del perché si celebra il 25 Aprile, e in queste occasioni dovremmo stare più uniti”.


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