L’emendamento è stato votato al Senato, ma per diventare operativo a settembre deve passare alla Camera. Il Sindaco Gambino: “Mi sembra una follia”.
di G. D’A.
Borgaro – La mano del Governo, e della maggioranza giallo-verde che lo sostiene, sta per abbattersi come una scure sul Piano Periferie, un provvedimento che a livello nazionale aveva stanziato nel 2016, all’epoca dell’esecutivo Renzi, circa 2,3 miliardi di euro per riqualificare le parti più degradate delle città che avevano partecipato e superato il bando. Tra queste anche Borgaro che aveva ottenuto 2 milioni di euro per tirare a lucido via Lanzo, nel tratto che va da viale Martiri della Libertà fino in via Italia. La colpa è dell’emendamento contenuto nel Decreto Milleproroghe votato al Senato qualche giorno fa, un atto che nel solo torinese congela fino al 2020 complessivamente 94 progetti per opere che ammontano a 93 milioni di euro. Tuttavia, per diventare pienamente operativo il documento dovrà essere votato a fine settembre anche dalla Camera, ma le opposizioni annunciano battaglia, nonostante a Palazzo Madama sia il PD, padre del Piano Periferie, e sia Liberi e Uguali abbiano votato si all’emendamento (dicono che non se ne sono accorti). Sul piede di guerra anche l’ANCI e i sindaci toccati da Decreto.
“Mi sembra una follia”. Così ha commentato la decisione centrale il Sindaco di Borgaro Claudio Gambino. “Con questo emendamento si cancellano due anni di lavoro che le varie amministrazioni comunali, tra cui la nostra, hanno portato avanti dal momento in cui erano state informate della bontà dei loro progetti”. Per il primo cittadino è chiara la matrice politica dell’operazione. “Il Governo vuole spostare i soldi dai centri medio grandi, Borgaro è un’eccezione nel Piano Periferie, guidati dal centro-sinistra, alle città più piccole con maggioranze Lega o 5 Stelle“.