Borgaro: una ciocca di capelli per Mahsa Amini


Anche la Consulta ha mostrato solidarietà alla rivolta delle donne iraniane, mostrandosi nell’atto di tagliarsi una ciocca di capelli. Un gesto simbolico, ma forte.

di Giada Rapa

Siamo nati in una parte fortunata del mondo, inutile negarlo. Nonostante le tante difficoltà legate alla complicata situazione economica -esacerbata da due anni di emergenza sanitaria– ma non ci stiamo ritrovando a scappare dalle nostre case a causa della guerra -con conflitti che non si stanno svolgendo soltanto in Ucraina- o a vivere, soprattutto se donne, in un regime religioso restrittivo.

Una fortuna che non ha avuto Mahsa Amini, 22enne iraniana morta in circostanze sospette a Tehran il 16 settembre 2022 dopo essere stata arrestata dalla Polizia Religiosa della capitale per aver indossato l’hijab in modo non appropriato, mostrando così una ciocca di capelli. E proprio quella ciocca di capelli è diventata il simbolo di una rivolta, che ha coinvolto in prima persona le donne iraniane -soprattutto giovani- e che si è presto allargata a macchia d’olio in tutto il mondo.

Un gesto che non poteva non essere accolto dalla Consulta per la Donne Borgaresi, che di recente sui social ha mostrato un collage dove alcuni membri si mostrano nell’atto di tagliarsi una ciocca di capelli in segno di solidarietà. “Come Consulta esprimiamo fermamente la nostra condanna per il sistema di repressione che il governo iraniano sta portando avanti e siamo vicine alle donne che non hanno la libertà di poter essere donne” spiegano.

E ricordano in motivo profondo di quanto sta accandendo. “L’azione collettiva di protesta delle donne iraniane di togliersi il velo e tagliarsi i capelli è solo la punta dell’iceberg. Quello contro cui si protesta è l’intero sistema di oppressione contro le donne messo in piedi dal regime iraniano, di cui il velo rappresenta un simbolo sia religioso che politico”.


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