In ricordo di Giuseppe Bongiovanni: AL BAR SPORT di Borgaro NON SI PERDEVA TEMPO


Riceviamo e pubblichiamo la posta di un lettore che ha scritto qualche riga in memoria di “Beppe”, scomparso nella giornata di martedì, gestore per diversi anni dello storico locale di via Ciriè.

di Davide Bria Berter

Ogni volta che entro in un bar per un caffè o per un panino, rigorosamente di fretta e con la testa altrove come oggi si conviene, inevitabilmente la memoria mi riporta al Bar Sport di Borgaro di qualche decennio fa ed un po’ di malinconia sale ancora. Non ho più trovato in alcun locale, salvo rarissime eccezioni, quell’atmosfera e quell’energia che si percepiva già solo passando davanti alle vetrine del bar di Beppe, nella centrale via Ciriè. Fuori e dentro quel locale ci si ritrovava, si giocava, si litigava e qualche volta ci si menava pure, poi si rimaneva amici, più di prima ed in molti casi per sempre. Al Bar Sport di Borgaro confluivano ragazzini e pensionati, turnisti e qualche disoccupato cronico così che la società maschile borgarese vi era pienamente rappresentata. Al Bar Sport non si andava perché non si aveva nient’altro da fare, ma sempre con una precisa intenzione come incontrare qualcuno per fare o discutere qualcosa, tentare il record del punteggio al flipper sfidando il “tilt” (ma che ne sanno i millenials) con mosse da acrobati consumati che neanche Carlo Verdone in “Troppo Forte”, o terminare una sfida a calcio balilla (che mai e poi mai avremmo chiamato “calcetto”) oppure a biliardo, magari iniziata il giorno prima e sospesa dietro cartellino rosso da parte di Beppe per troppa cagnara e relative ripetute imprecazioni, un po’ rivolte a noi e un po’ lanciate verso il cielo, se non da quelli che giocavano a carte, disturbati nei loro calcoli farraginosi per portare a casa una scopa o un sette bello.

Su questo vivace girone dantesco ha regnato per decenni Beppe, un Mario di Ligabue ante litteram in salsa sabauda: apparentemente sempre assorto nei suoi pensieri ma totalmente vigile, pacato ma mai dimesso, di poche parole ma lucido nell’argomentare questioni, purché ne valesse la pena. La sua presenza costante dall’alba a notte fonda, oltre ad essere un esempio di grande operosità, era per noi un monito a comportarci bene (o almeno a provarci) ed allo stesso tempo una garanzia nel caso di diatribe che naturalmente erano all’ordine del giorno. Col senno di poi mi sento di affermare che con Beppe il Bar Sport per almeno due generazioni di borgaresi ha rappresentato anche una scuola di vita, non certo l’unica, ma sicuramente complementare ad altre. E allora grazie Beppe per essere stato tra noi.


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Giovanni D'Amelio