Borgaro: a Cascina Nuova l’emozione di passare un’ora da soccorritore


La giornata a porte aperte organizzata dall’ANPAS ha dato l’occasione, sabato 11 novembre, di immergersi nel ruolo di volontario con la sezione locale della Croce Verde Torino.

di Giada Rapa

Due ipotesi: un infortunio sul lavoro, con un codice verde iniziale trasformatosi in giallo a causa della presenza di un corpo contundente estraneo nel braccio del paziente; un possibile arresto cardiaco per il quale è anche stata necessaria la somministrazione di ossigeno. Sono stati questi gli scenari – allestiti presso i locali della Croce Verde Borgaro-Caselle di Cascina Nuova – nei quali si sono ritrovati a operare i cittadini che hanno approfittato della giornata a porte aperte organizzata dall’ANPAS per immergersi nell’esperienza di “Soccorritore per un’Ora”.

Prima di dedicarsi al soccorso vero e proprio si è tenuta una piccola parte teorica in Piazza della Repubblica, dove Filiberto Paganini – Responsabile Comunicazione della Sezione –  e gli altri volontari hanno spiegato la differenza tra i vari codici – verde, giallo e rosso in base alla gravità, 1 per indicare traumi, 2 per segnalare problematiche cardiache o comunque situazioni in cui le funzioni vitali possono venire meno – e le sigle utilizzate, come Lima e Kilo, per indicare rispettivamente interventi al lavoro e in casa. Parlando anche della difficoltà, a volte, di intervenire nel modo corretto a causa delle errate indicazioni di coloro che chiamano il 112, un po’ perché presi dal panico o perché tendono a sottovalutare la situazione. “Lo scopo di giornate come questa – ha sottolineato Paganini – è proprio quella di veicolare una vera e propria cultura del soccorso”.

E dopo una piccola infarinatura generale, ecco la chiamata di Francesco Lentini, che per la giornata in questione ha ricoperto il ruolo di Centrale Operativa per attivare l’intervento. Non sono mancate le nozioni anche sull’ambulanza e sulle attrezzature al suo interno. “Per noi è anche un modo per reclutare volontari, sperando che qualcuno possa innamorarsi del ruolo di soccorritore proprio come è successo a noi” ha confermato Paganini.

Non dobbiamo infatti dimenticare che queste persone, che definiscono la Croce Verde come una seconda casa, una seconda famiglia, dedicano il proprio tempo al servizio della comunità. A volte non solo non ottenendo alcun ringraziamento, ma trovandosi anche ad affrontare la maleducazione di certi soggetti. “Ma al di là delle situazioni difficili – hanno concluso – operare all’interno della Croce Verde è estremamente arricchente, soprattutto dal punto di vista della crescita personale”.


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