Borgaro: la figura di Giovanni Falcone approfondita in un incontro dell’Uni3


Il giornalista Andrea Zummo, nel pomeriggio di martedì 24 gennaio, ha tenuto una conferenza concentrandosi sulle tante sfumature della vita del magistrato antimafia.

di Giada Rapa

Il recente arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro ha sicuramente riportato alla memoria le stragi nelle quali hanno perso la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino -insieme ai familiari e agli agenti della scorta- ormai più di 30 anni fa.

È caduta quindi a fagiolo la conferenza organizzata dall’Uni3 di Borgaro nel pomeriggio di martedì 24 gennaio, incentrata proprio sulla figura di Giovanni Falcone. A raccontare la vita del magistrato, focalizzando l’attenzione sulle diverse sfumature di quanto affrontato dall’uomo soprattutto durante il periodo della scorta, è stato Andrea Zummo, giornalista e formatore sul tema delle mafie per Libera Piemonte. Perché è fondamentale ricordare questi personaggi per il grande impegno che hanno dimostrato nella lotta alle mafie e non soltanto per come sono stati uccisi. “Ricordarli nella strage non è fare loro giustizia” ha sottolineato Zummo.

Partendo da importanti eventi accaduti tra il 1982 e il 1985 -l’approvazione della Legge che ha introdotto il reato di mafia nel Codice Penale; l’arresto di Tommaso Buscetta in Brasile; la nascita del Pool Antimafia di Palermo- si arriva all’isola dell’Asinara dove Falcone e Borsellino ospitati per poter scrivere in sicurezza la parte istruttoria di quello che sarà poi denominato maxiprocesso. “Prima del maxiprocesso la mafia nella sua totalità non era mai stata processata, perpetrando così il mito della sua impunibilità. Il procedimento, che ha coinvolto 476 persone, ha portato a infliggere 19 ergastoli e 2.665 anni di reclusione. Ma a questo punto, una parte d’Italia ha iniziato a remare contro” ha ricordato Zummo, cintando anche il famoso episodio -ripreso anche da Pif nel film La mafia uccide solo d’estate– della lettera inviata al Giornale di Sicilia dalla signora Santoro lamentandosi delle sirene delle auto della scorta dei magistrati. Senza dimenticare le difficoltà nella carriera del giudice, poiché qualcuno ha voluto mettergli i bastoni tra le ruote.

Non sono mancate le curiosità, come la presenza di un busto dedicato a Giovanni Falcone presso la base di Quantico, sede di formazione delle reclute dell’FBI. Un interessante pomeriggio culturale che, nonostante quale problema legato a una serie di brevi blackout che si sono verificati per tutta la durata della conferenza, ha coinvolto i numerosi presenti.


Commenti

commenti