Le classi 3e della Scuola Secondaria di Primo Grado hanno conosciuto il fratello di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia Nel tardo pomeriggio si è svolto anche un incontro alla presenza dei genitori.

di Giada Rapa
Numero di novembre di SullaScia.net LEGGI IL GIORNALE / SCARICA IL GIORNALE
“Voi giovani non siete il nostro futuro, siete il nostro presente. È adesso che dovete fare le scelte giuste: scegliere di stare dalla parte della legalità anche se è la via più difficile. Soltanto così si potrà sconfiggere la cultura mafiosa, che si insinua nelle nostre vite ogni qualvolta che non si rispettano le regole, che si umilia un compagno di classe, che si cerca una scorciatoia”.
Con queste parole la Dirigente Scolastica Lucrezia Russo ha accolto gli alunni e le alunne delle classi 3e della Scuola Secondaria di Primo Grado “Carlo Levi”, che nella mattinata di martedì 21 novembre hanno dialogato con Giovanni Impastato, fratello di Peppino, giornalista, conduttore radiofonico e attivista italiano barbaramente ucciso da Cosa Nostra il 9 maggio 1978. Un incontro iniziato con il video della canzone “I 100 passi” realizzato dal Coro Maurolico – cover del brano dei Modena City Ramblers – è che è stato intervallato da un minuto di silenzio per ricordare Giulia Cecchettin e un altro fenomeno che avvelena la realtà odierna: quello del femminicidio.
Impastato ha illustrato brevemente ai ragazzi e alle ragazze la figura di suo fratello, soffermandosi sulle numerose domande preparate dai ragazzi. In modo particolare ha ricordato il modo in cui è morto Peppino, ucciso a Cinisi con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. “Volevano far passare Peppino per un terrorista, al fine di eliminare una figura scomoda e allo stesso tempo infangarne la memoria” ha sottolineato Impastato. “La mafia ha ucciso i migliori servitori dello Stato, che lo Stato non ha voluto proteggere” ha infine commentato. Impastato ha anche incontrato, in orario pomeridiano, i genitori dei ragazzi del plesso.
Diverse le tematiche affrontate, perché la cultura mafiosa spesso nasce da atteggiamenti messi in partica involontariamente, come gli episodi di bullismo. Proprio su questo tema, nella stessa giornata, le classi 2e hanno incontrato la scrittrice Sabrina Rondinelli per trattare un argomento a volte sottovalutato, ovvero quello del bullismo al femminile.