Vittima di estorsioni e finito a sua volta sotto processo per un divieto posto da una legge mussoliniana, il professionista casellese torna a vedere la luce grazie all’approvazione in Parlamento del DDL Concorrenza.
di Cristiano Cravero
Caselle – Mauro Esposito, testimone di giustizia nel processo San Michele contro la ‘ndrangheta, incomincia a vedere finalmente in po’ di l luce nella sua nota e assurda vicenda giudiziaria dove è stato privato di tutto ciò che possedeva in quanto era sotto pignoramento. Dopo sette lunghi anni e svariati processi sembra stata scritta la parola fine alla sua odissea. In un comunicato stampa Esposito afferma: “L’approvazione del DDL Concorrenza pone fine ad un incubo. Finalmente viene certificato l’abbaglio giudiziario che la mia società ha subito e che vide vincere una compagine criminale collegata ad una banca torinese, sostenendo che le società di ingegneria non potessero svolgere l’attività professionale per un divieto posto da Mussolini nel 1939 poi abrogato nel 1998”.
“Ci sono voluti sette lunghissimi anni – prosegue la nota – durante i quali molti rappresentanti delle professioni hanno cercato di cavalcare questa folle sentenza maturata in un contesto mafioso per biechi interessi di lobbies. Anche dopo gli arresti e le condanne nell’operazione San Michele, la società collegata alla banca che aveva fatto affari con la ‘ndrangheta ha cercato di trarre vantaggi dalla sciagurata sentenza nonostante fosse stata rivelata la verità ed oggi spero che vi sia una resa senza condizioni anche da parte loro. Devo ringraziare – conclude Esposito – tutti quelli che hanno contribuito a questo successo che garantisce la continuità di lavoro a circa 300.000 persone in Italia ed in particolare agli onorevoli Francesca Bonomo, Davide Mattiello e Stefano Esposito, l’OICE e Pino Masciari inseparabile compagno di tutte le battaglie”.