Il Laboratorio “Backstage… il teatro senza segreti”, porta in scena tre nuovi spettacoli. Il primo si svolge domani, sabato 2 dicembre alle ore 21 presso la sala Cervi di via Mazzini 61.
Caselle – Con Le parole sono finite, it.Artsezioneteatro, sulla scia del successo riscontrato con la precedente rassegna triennale unoperunougualeundici, inaugura un nuovo progetto intitolato “Teatriade“, un ciclo di tre rappresentazioni teatrali che si susseguiranno fino al giugno del 2018. In questa prima piece, come sempre scritta e diretta da Fabrizio Frassa e che vede protagonisti gli attori Luca Pivano e Simona De Vizia, si ritrovano due soggetti che vivono, pensano ed agiscono in un ambito separato, che, a ben vedere, è quello dei sogni. Uno, è quel tizio che incontriamo al bancone del bar, che “sa quel che dice”, che ci pare un tipo “a posto” e ci piace come la pensa, anche se non sappiamo nulla di lui. L’altra, è una persona impegnata, una donna che ragiona con la propria testa, un’intellettuale che ha ancora voglia di combattere per la costruzione di un mondo migliore.
Tuttavia, questi due personaggi, sono, per l’appunto, “personaggi” e basta, incorporei, astratti, appartenenti al mondo delle idee. I loro interrogativi, i loro dubbi, le loro ansie e le loro paure, assomigliano ai nostri interrogativi, ai nostri dubbi, alle nostre ansie e alle nostre paure, in una dimensione, gemella della realtà, che è la dimensione del teatro, dove l’autore, ed essi stessi, si chiedono quale delle due sia la migliore, la più vicina alla verità. Proprio loro chiederanno l’intervento dell’autore in persona, inducendolo ad entrare in scena per condividere le loro tensioni e trovare le risposte giuste. Ed ecco il “terzo personaggio”, interpretato da Livio Vaschetto, che sale sul palco, fra i suoi stessi personaggi, per tentare una spiegazione, azzardare una qualche risposta, ma finendo immancabilmente per ammettere la propria inadeguatezza, le proprie debolezze e la propria fragilità, tentando, infine di giustificarsi, di ottenere, almeno una sorta di perdono. Il finale è toccante, l’autore invita gli spettatori a riflettere nell’ambito di un intimo confronto con noi stessi, nella speranza di immaginare l’esistenza di un metodo, facile e disponibile, per trovare tutte le risposte.
Le musiche dal vivo dello spettacolo sono affidate all’estro di due interpreti d’eccezione: Nino Carriglio al sax e la pianista Cecilia Novarino.