L’opera, andata in scena sabato 9 giugno presso la sala Fratelli Cervi, spinge lo spettatore alla riflessione, che viene coinvolto dal testo “intimo e originale che vuole far vivere il tempo presente”.
di Giada Rapa
Caselle – Uno spettacolo fuori dai canonici schemi, con scenografie quasi assenti e musiche dal vivo, con un testo “intimo e originale che vuole far vivere il tempo presente”, dove lo spettatore viene coinvolto nei dubbi e nei comuni interrogativi che si pongono gli autori.
“I Levrieri di Piombo di Vauvenargues”, opera scritta e diretta dal casellese Fabrizio Frassa, invita gli spettatori alla riflessione, a dare un’interpretazione personale al testo, per “condividere un momento, cercando in ognuno di noi”. Si parte dal concetto di “risparmiare il fiato, economizzare le parole”, in un invito continuo alla ricerca che si spinge anche a riflettere più in grande. “Non troviamo Dio nelle regole della geometria e della matematica” dicono a un certo punto gli attori, spiegando come anche le figure “familiari” che noi ritroviamo nelle stelle, magari legate ai segni zodiacali, siano effimere se cambiamo il nostro punto di vista e pensiamo a quanto queste stelle siano distanti le une dalle altre. “Siamo noi ad attribuire alle cose un ordine supremo che le governa, travolti dalla bellezza del nostro mondo poiché vi apparteniamo”.
Sul palco è stato alternato il testo, interpretato da Simona De Vizia, Luca Pivano e Livio Vaschetto, con musiche dal vivo a opera del quartetto di legni “Le Quattro Stagioni” –Andrea Barone al flauto traverso, Miriam Bergero all’oboe, Silvia Bussone al clarinetto e Flavio Tosi al fagotto.