Buoni spesa: i comuni studiano soluzioni veloci per aiutare chi ha bisogno, a Caselle è scontro tra maggioranza e opposizioni


Mentre si attende l’arrivo dei soldi da parte del Governo, i vari enti di zona discutono su come impiegare in maniera immediata queste risorse. Nella città dell’aeroporto fa discutere la scelta di dare pacchi spesa preconfezionati e non i voucher.

G. D’Amelio

Due giorni fa, tramite un’ordinanza della Protezione Civile, il Governo ha stanziato 400 milioni di euro da dividere tra tutti i comuni italiani e da spendere per assicurare alle famiglie che ne hanno più bisogno generi alimentari e di prima necessità con i cosiddetti Buoni Spesa. Come abbiamo già scritto, in base ai criteri di assegnazione decisi dall’esecutivo, alla città di Ciriè spettano 98.481 euro, a quella di Caselle 75.573 euro, a Borgaro 63.152 euro, a San Maurizio Canavese 54.680 euro, a Mappano 46.116 euro e a San Franceso al Campo 26.264 euro.

Materialmente i soldi non sono ancora accreditati, ma i vari enti si interrogano su quale modalità scegliere per far arrivare queste risorse in maniera veloce, trasparente, equa ed efficace a chi ne ha veramente bisogno, cercando di eliminare tutti quei passaggi burocratici che potrebbero frenare queste esigenze. In questa fase, quel che si sa è che i vari comuni di zona, tutti aderenti al Consorzio dei Servizi Socio Assistenziali di Cirié, stanno lavorando per organizzarsi al meglio ed entro la giornata di oggi dovrebbero essere comunicate le informazioni necessarie per sapere chi avrà diritto a questo trattamento e come presentare la domanda.

IL CASO DI CASELLE – Nella giornata di ieri, nella città dell’aeroporto si è tenuta una riunione dei capigruppo per adottare una linea politica condivisa nella gestione di questi fondi. Ma ciò non è avvenuto. La decisione della maggioranza di non dare i Buoni Spesa per gli acquisti, ma fornire pacchi alimentari preconfezionati tramite enti onlus, non è piaciuta alle opposizioni che in un comunicato stampa congiunto lamentano la totale assenza per chi ha diritto a questi aiuti di scegliere cosa comprare in base alle proprie preferenze, e nello stesso istante dare un aiuto alle attività commerciali della città nelle quali si potrebbero spendere questi soldi. “La soluzione – ribatte l’assessora al Welfare, Angela Grimaldi – permette di massimizzare al meglio la quantità di derrate alimentari con la somma a disposizione e permette un intervento diretto alla sussistenza alimentare“.


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Giovanni D'Amelio