Caselle: coinvolgimento e discussione per “Giovani e Genitori Iperconnessi”


Promossa dal Lions Club caselle Airport, la serata hai visto l’alternarsi di quattro professionisti, che hanno affrontato la tematica dell’uso degli smartphone e dei social da diversi punti di vista.

di Giada Rapa

Quali rischi e quali benefici può portare la tecnologia? Quale impiego può essere fatto nell’ambito scolastico? Come difendersi dalle fake news che sempre più spesso affollano le nostre bacheche? Come capire se l’utilizzo dei social sta diventando una vera e propria dipendenza soprattutto per i più giovani? A queste e tante altre domande si è cercato di dare una risposta nel corso della Conferenza “Giovani e Genitori Iperconnessi – Rischi e Opportunità degli Smartphone e del Web” svoltasi venerdì 19 maggio presso la Sala Cervi e promossa dal Lions Club Caselle Airport. “Sicuramente si tratta di un service un po’ diverso dal solito -ha spiegato il Presidente Paolo Massa- ma quando ci è stata proposta abbiamo accolto con entusiasmo l’idea, sia visto il tema sia vista l’importante ricaduta informativa sul territorio”.

Durante la serata si sono alternati nella discussione quattro esperti, offrendo ognuno la propria esperienza. Il primo a parlare è stato Luca Alberigo – anche neo socio dei Lions, amministratore del gruppo Facebook Caselle Torinese e volontario del Movimento Etico Digitale Social Warning– che ha puntato l’attenzione sulle nuove tecnologie a 360° gradi, evidenziando gli aspetti positivi -per esempio una maggiore accuratezza nelle indagini diagnostiche e la possibilità di controllare i flussi del traffico, risparmiando tempo e benzina con una ricaduta migliorativa anche sui livelli di inquinamento- la soglia di attenzione soprattutto sulle professionalità -alcuni mestieri sono, di fatto, destinati a scomparire e si ipotizza che i giovani faranno lavori che oggi non esistono ancora- e i rischi, tra cui spiccano principalmente le fake news e le challenge che coinvolgono i giovani. Senza dimenticare il crescente fenomeno degli smombies -zombie degli smartphone- termine coniato per indicare quei pedoni che non prestano attenzione alla strada, ma solo al cellulare e che in Asia sta diventando una vera e propria emergenza viste le tante vittime.

La parola è poi passata al professor Ruggero Pensa del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Torino, il quale ha illustrato il progetto Social4School. Un programma che finora ha coinvolto 750 bambini, 8 scuole, 33 insegnanti, 32 classi, per un totale di 19 giornate -realizzato in
collaborazione con il Dipartimento di Psicologia e di Filosofia e Scienze dell’Educazione– consistente in una piattaforma online che fornisce una serie di giochi di simulazione di social network, che permette a bambini e ragazzi di agire in un ambiente controllato. Particolarmente interesse l’intervento della professoressa -oggi in pensione- Amedea Bertello, la quale si è soffermata a spiegare come fruizione del tempo scolastico, valutazioni e metodo di apprendimento didattico con l’avvento degli strumenti tecnologici siano cambiati nel corso degli anni. Bertello ha inoltre fatto una doverosa distinzione tra DAD, ovvero la famosa Didattica A Distanza attivata durante la pandemia, e la DDI, acronimo di Didattica Digitale Integrata, che utilizza invece le nuove tecnologie per favorire l’apprendimento di bambini e ragazzi.

In ultimo, la psicologa e psicoterapeuta esperta di dipendenze Patrizia Multari ha illustrato alcuni campanelli d’allarme che possono essere segnali di una dipendenza. Tra questi, la richiesta costante del bambino/ragazzo dell’oggetto della propria dipendenza, ma anche eventuali disturbi del sonno o stati d’ansia possono. Disturbi che non devono essere sottovalutati, anche in relazione del crescente numero di hikikomori, adolescenti e giovani adulti che si isolano per lunghi periodi dalla vita sociale. Dopo i diversi interventi è seguito un vivace dibattito, a dimostrazione dell’interesse che l’argomento ha suscitato.


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