L’ultimo appuntamento, per il momento, ha visto la presenza dello scrittore Fabio Geda. Con lui si è parlato del valore dell’amicizia, ma anche delle differenze generazionali.

di Giada Rapa
È giunta a conclusione, almeno per il momento, la rassegna culturale “Libri di altri incontrano Italo Calvino” promossa dalla Biblioteca di Caselle. Un ultimo appuntamento chi ha visto come protagonista Fabio Geda e iniziato con un benvenuto, da parte del bibliotecario Paolo Rocco, ai quattro volontari del Servizio Civile Universale che -divisi- si occuperanno delle attività presso l‘informaGiovani e la stessa biblioteca civica. Particolare anche il saluto affidato al Sindaco Giuseppe Marsaglia, il quale non solo ha ricordato l’importanza di incontri come questo per promuovere la cultura, ma se è anche lasciato andare a una confidenza personale. Geda è infatti il figlio della sua ex-professoressa di matematica.
Come già accaduto negli incontri precedenti, è stata la bibliotecaria Maria Teresa Alassio a intervistare l’autore. mentre la lettura di alcuni brani è stata affidata alla collega Valentina Bertea. Tanti gli argomenti che sono stati trattati nel corso della serata e riguardanti l’ultima opera di Geda, “La scomparsa delle Farfalle”. Un’opera nella quale, a differenza delle precedenti, i protagonisti non sono preadolescenti, ma ragazzi e ragazze che l’adolescenza la stanno vivendo appieno: Andrea, Anna, Cora e Valerio. Importantissimo il rapporto di amicizia che si sviluppa tra i quattro -e che si evolverà in un lasso di tempo della durata di 7 anni- che ha portato a riflettere sul modo in cui i legami che si creano a quell’età risultino fondanti per lo sviluppo dell’individuo. “Caratteristica dell’adolescenza è la voglia di staccarsi dalla famiglia d’origine e creare una nuova comunità di suoi pari” ha commentato Geda, che ha una vasta esperienza come educatore. Fondamentale, infatti, anche la presenza di adulti che svolgono il ruolo di comunità educante, aiutando i ragazzi nel loro percorso di crescita.
Fondamentale anche il ruolo dei ricordi. “La memoria è un animale strano, perché tendiamo a parlarne molto e a ricordare tutto. Secondo me, invece, alcune cose avrebbe senso dimenticarle o, quantomeno, accantonarle” ha condiviso l’autore. E parlando di memoria, la bibliotecaria Alessio ha voluto mostrare al numeroso pubblico 3 oggetti che i più giovani hanno fatto fatica a ricordare o addirittura riconoscere: un’audio casetta, una videocassetta e alcune diapositive fotografiche. Altro tema trattato, almeno in parte, è quello dell’amore, senza dimenticare il ruolo delle famiglie, con una serie di situazioni per ciascuno dei protagonisti. Nel corso della serata è anche stato affrontato l’argomento della differenza generazionale, dal momento che i giovani si stanno ritrovando a vivere un futuro fondamentalmente depressivo. “È una generazione che vive in un contesto di adulti fragili: siamo affettivi, ma incapaci di incoraggiare. Per questi ragazzi è difficile trovare degli adulti in grado di sostenerli” ha concludo l’autore.
Ampio spazio anche alle domande da parte del pubblico, a dimostrazione di una serata interessante e piana di tematiche che hanno saputo appassionare i presenti e creato occasioni di confronto stimolanti.