Mappano Comune: nel 2012 lo storico referendum consultivo “snobbato” dai borgaresi e casellesi


Poco più di quattro anni fa, era l’11 novembre, a Borgaro, Caselle, Leinì e Settimo si teneva la consultazione indetta dalla Regione Piemonte. Nonostante la bassa affluenza, vinse il SI che diede vita al procedimento amministrativo per l’istituzione del nuovo ente.

di Marco Cavicchioli e Giovanni D’Amelio

“Tocca ora ai demagoghi della Regione Piemonte risolvere i molteplici problemi sollevati dall’esito del referendum, primo fra tutti quello del finanziamento del nuovo Comune”. L’allora Sindaco di Settimo, Aldo Corgiat, commentava così, all’indomani della storica votazione locale del 2012, il risultato della consultazione referendaria con la quale i cittadini davano di fatto avvio al processo di municipalizzazione di Mappano. Circa due mesi e mezzo dopo, infatti, l’assemblea di Palazzo Lascaris, guidata dal governatore Roberto Cota, approvava la legge n.1 del 22 gennaio 2013 per l’istituzione del Comune di Mappano (che però non prevedeva nessuna compensazione economica a favore di qualcuno). Da lì a poco l’arrivo del commissario prefettizio, che tuttavia dura poco, fino al ricorso al TAR presentato dal Comune di Settimo, a firma del Sindaco Fabrizio Puppo, atto che ha congelato tutto fino ad oggi. Lo stesso primo cittadino, trovato l’accordo con la Regione, ha recentemente promesso di ritirare questo ricorso (il 31 gennaio 2017?), ma all’orizzonte più che una strada spianata sembrano intravedersi altri colpi di scena, non certo positivi per l’autonomia di Mappano.

Tornando a quell’11 novembre 2012, i cittadini di Borgaro, Caselle, Leinì e Settimo si espressero a favore di Mappano Comune, ma su oltre 73mila elettori aventi diritto andarono a votare solo poco meno di 8mila e cinquecento (ovvero l’11,5% delle persone). In particolare a Caselle e a Borgaro, città alle quali appartiene amministrativamente la quasi totalità territoriale di Mappano, andarono ai seggi poche centinaia di persone residenti nei concentrici: a Caselle solo 851 elettori, a Borgaro addirittura 671, mentre furono ben 2.367 gli abitanti mappanesi che si presentarono alle urne. In altre parole, i borgaresi ed i casellesi “assenteisti” lasciarono che a decidere l’esito del referendum consultivo fossero i mappanesi stessi (che ovviamente votarono per l’istituzione del nuovo ente con oltre il 90% dei consensi).

Non sappiamo quale sarebbe stato l’esito del voto se fossero andate a votare più persone anche nel concentrico (ricordiamo che fu una campagna elettorale molto assente), ma tanti addetti ai lavori sono sicuri che se il referendum fosse ripetuto oggi si ascolterebbe tutta un’altra musica. Forse perché, rispetto a quattro anni fa, la situazione sembra più chiara nella sua complessità o forse perché il continuo parlare di costi insostenibili e di default dei Comuni cedenti territorio, di più tasse da pagare, inizia a spaventare la “maggioranza silente”. E’ c’è chi, a Borgaro e a Caselle, inizia apertamente a sostenere che nel 2012 i borgaresi e i casellesi commisero un grave errore nel consegnare la decisione ai mappanesi.

Nelle prossime settimane si capirà se e chi esprimerà in maniera più manifesta questo rammarico.

 

 


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