Grazie all’impegno della Pro Loco e alla partecipazione di diversi artisti del territorio, all’interno del Maggio Mappanese è stata riproposta una mostra di opere visive.

di Giada Rapa
Era da qualche anno che, all’interno del Maggio Mappanese, non veniva proposta una Mostra di Arti Visive. Un valido appuntamento culturale che la Pro loco ha voluto riproporre e che è riuscita a organizzare grazie anche alla disponibilità di alcuni artisti del territorio. Ecco quindi che da venerdì 19 a domenica 21 maggio, la Sala Lea Garofalo ha ospitato l’esposizione collettiva “Tra Luci e Colori”. Un appuntamento “per scaldare i cuori in queste giornate uggiose”, come affermato dal sindaco Francesco Grassi al momento dell’inaugurazione.
“La mostra non aveva un tema e ciò ha permesso grande libertà di espressione. Così facendo ogni artista ha portato qualcosa di se stesso, scegliendo quale lato mostrare attraverso le proprie opere” ha commentato Anna Visconti membro della Pro Loco, auspicando che questa possa essere la prima di una serie di mostre collettive che potrebbero successivamente avere un tema specifico oppure andare a coinvolgere anche i comuni limitrofi. Durante la cerimonia di inaugurazione, il Presidente della Pro Loco, Umberto Cantoro ha letto i nomi degli artisti coinvolti -rigorosamente in ordine alfabetico- soffermandosi sulle opere del pittore Mario Rizzato, scomparso nel 2019 e di cui alcuni dipinti sono stati messi a disposizione grazie alla collaborazione della figlia. “Un modo per ricordare un grande artista mappanese” ha commentato Cantoro. “Inoltre, per promuovere questa forma d’arte, abbiamo chiesto la partecipazione anche degli studenti dell’UniTre che frequentano il corso di pittura tenuto dalla dott.ssa Capria e agli studenti dell’Istituto Comprensivo, scegliendo alcuni elaborato particolarmente significativi”.
Poco prima del taglio del nastro è intervenuto anche Guido Arnoso, docente di Storia dell’Arte dell’Università Popolare di Torino. “È importante che creatività continui, soprattutto dopo la pandemia, poiché l’arte è un potentissimo veicolo di ritrovo per le persone e per le comunità”.