TORINO – In un nuovo comunicato stampa, le 18 associazioni e comitati che aderiscono al coordinamento per la tutela e la progettazione del verde ribadiscono la loro contrarietà allo svolgimento del Salone del Gusto nel parco cittadino.
di G. D’A.
Non sono bastate le rassicurazioni e le misure annunciate da Slow Food a salvaguardia del Valentino durante lo svolgimento di Terra Madre – Salone del Gusto che si svolgerà dal 22 al 26 settembre nell’area verde che va da corso Vittorio fino a Torino Esposizioni. Nella nota diramata in giornata, infatti, il coordinamento ambientalista cittadino plaude alle accortezze che gli organizzatori si impegnano a rispettare (l’ultima quella rivolta a promuovere l’educazione alla raccolta differenziata), “ma purtroppo in questi ultimi giorni – si legge in un nuovo comunicato inviato tra gli altri a Sindaca ed assessori- abbiamo assistito anche all’abbattimento di 9 esemplari arborei d’alto fusto, sotto gli occhi costernati di molti cittadini: querce, tigli, noci del Caucaso e un grande ciliegio che fioriva già alla fine di gennaio. Questi abbattimenti si sommano ai tanti altri avvenuti in questi ultimi anni, senza adeguati reimpianti, che hanno progressivamente depauperato il patrimonio arboreo del parco”.
I rappresentanti delle associazioni non si soffermano sulle cause di questi tagli, tuttavia ribadiscono la loro “contrarietà all’allestimento invasivo di grandi manifestazioni fieristiche nel più noto parco cittadino” e sollecitano gli organizzatori del Salone e l’amministrazione comunale “a impegnarsi almeno per sostenere alcuni risarcimenti ambientali a fronte della crescente usura del parco”. E suggeriscono che “un piccolo atto significativo potrebbe essere almeno quello di promuovere nel corso della manifestazione qualche iniziativa indirizzata alla donazione e all’impianto di nuovi alberi, colmando i tanti vuoti che si sono creati in questi anni e apportando migliorie ai manti erbosi sempre più inariditi e deteriorati, coinvolgendo con l’occasione i tanti visitatori e i cittadini“. E concludono: “Non pensiamo di chiedere troppo”.