Indagine sull’accoglienza Rom: secondo Curto le accuse contro di lui “non costituiscono reato”


Il PM Andrea Padalino ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di truffa l’ex consigliere comunale di Sel ed ex assessore a Borgaro, Disposto a suo carico il sequestro di 13.489 euro. Indagata anche Carla Osella, Presidentessa di AIZO, Associazione Italiana Zingari Oggi.

Michele Curto

Torino – “Sono sereno e ritengo che i fatti che mi sono contestati non costituiscano reato.. Per quanto riguarda la parte comunale è un massacro mediatico alla mia persona contro il quale non ho i mezzi per difendermi, mentre sulla parte giuridica fornirò la mia versione dei fatti e sono sicuro che sarà riconosciuta la mia non colpevolezza”. L’ex consigliere comunale al Comune di Torino nello scorso mandato e in passato assessore a Borgaro Torinese, Michele Curto, si dice sereno sull’avviso di garanzia che gli è stato notificato nella giornata di ieri nell’ambito della cosiddetta indagine sullo scandalo del business dell’accoglienza dei Rom a Torino aperta circa un anno fa dal Pubblico Ministero Andrea Padalino e che coinvolge alcune delle più note cooperative e associazioni torinesi, come Valdocco e Terra del Fuoco. Curto è accusato di truffa e a suo carico il gip Giorgio Potito ha disposto il sequestro di 13.489 euro per rimborsi gonfiati corrisposti dal Comune di Torino all’azienda che lo aveva sotto contratto, secondo l’accusa, per finta. Secondo gli atti, l’ex amministratore comunale sarebbe stato assunto “fittiziamente” dalla I.E. Impianti con lo scopo – si legge – di garantire uno stipendio a Curto senza alcun onere per la I.e. Impianti, la quale si prestava a tale operazione, ben sapendo che tanto la retribuzione di Curto sarebbe stata pagata dalla collettività”.

Quella di Curto, è una costola del lavoro investigativo nato da un esposto in Procura di Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, riguardante l’appalto da 5 milioni di euro affidato dal Comune di Torino nel 2013 ad un raggruppamento temporaneo d’impresa per il reinserimento dei Rom sgomberati dal campo di Lungo Stura Lazio e di via Germagnano e per la messa in sicurezza dell’area di corso Tazzoli, e secondo il quale sono avvenuti delle falsificazione di atti da parte delle cooperative per aggiudicarsi la gara. Da qui 11 gli indagati, tra cui i presidenti di Valdocco e Terra del Fuoco, Paolo Petrucci e Oliviero Alotto, ai quali ieri sono stati aggiunti Curto, i fratelli Luca e Roberto Forte, quest’ultimo Vicepresidente di Terra del Fuoco e amministratore delle farmacie comunali, la Presidentessa dell’Associazione Italiana Zingari Oggi, Carla Osella e Giorgio Molino, proprietario di più di un migliaio di appartamenti nel capoluogo

“Io con l’appalto sull’accoglienza Rom non centro niente – ha ancora affermato Curto – e il mio nome è stato buttato nel calderone per avere i titoloni sui giornali“.


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Giovanni D'Amelio