Davide Ricca: “A Torino nessuna alleanza con i 5 Stelle, neanche nelle Circoscrizioni”


Per le elezioni amministrative, spostate causa covid, in autunno, si attende solo il Decreto del Governo che ufficializzi la data del voto. Da più parti si parla del 10 ottobre. Nel capoluogo, oltre al rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale, seggi aperti anche per eleggere i componenti delle otto Circoscrizioni cittadine. Nell’attesa, abbiamo scambiato qualche battuta con l’attuale Presidente della 8, rappresentante di Italia Viva.

di Giovanni D’Amelio

“La pandemia ha portato maggiore solitudine tra i cittadini, soprattutto nelle fasce più anziane. Sapete cosa significa non potersi più incontrare nelle bocciofile, nei centri d’incontro per più di un anno? La ricostruzione del tessuto sociale, delle relazioni sarà importante quanto quella economica ed occupazionale”

Davide Ricca, Presidente della Circoscrizione 8, nominato nel 2016 dal Partito Democratico e poi passato con i renziani di Italia Viva, ha iniziato il suo incarico 5 anni fa, in concomitanza con l’accorpamento dei territori della ex 8 (San Salvario, Cavoretto, Borgo Po) con quelli della ex 9 (Nizza Millefonti, Filadelfia, Lingotto). Un’unione imposta dall’allora maggioranza Fassino sull’onda della legge di riforma degli enti locali del 2014, legge Delrio, che ha prodotto un super territorio di prossimità composto da realtà molto diverse tra di loro, ognuna con le sue specifiche problematiche e criticità, ma anche con i suoi quartieri storici pieni di vita e peculiarità, che solo la pandemia, momentaneamente, è riuscita un po’ a fiaccare. Quella che segue è una lunga intervista a Ricca che ha cercato di toccare deversi temi d’attualità. Con Davide, nel rispetto dei ruoli, ci siamo sempre dati del tu. Anche in questo articolo.

Qualche mese fa, con le modifiche al Regolamento del Decentramento, il Comune ha “salvato” tre Circoscrizioni, che, come stabilito in precedenza, da otto sarebbero dovute passare a cinque. Lo ritieni un “aggiustamento” positivo? Non era forse meglio dare anche più competenze e responsabilità a questi enti di prossimità? Abbiamo purtroppo dovuto gestire un accorpamento a freddo di due Circoscrizioni e di quartieri molto diversi tra loro. Problemi, composizione sociale, sistema di associazionismo diffuso molto disomogeneo. La ex Circoscrizione 8 e la ex 9 sono molto diverse, hanno storie diverse. Il Consiglio Comunale poteva essere più coraggioso, poteva riconoscere completamente l’errore fatto, così non è stato. Abbiamo chiesto ci fosse data più autonomia, purtroppo il nostro bilancio è composto esclusivamente da trasferimenti comunali. Almeno si tornerà ad avere 6 commissioni. Purtroppo l’accorpamento dei dirigenti d’area, i pensionamenti e la mancata sostituzione del personale stanno privando la Circoscrizione di ulteriori risorse a servizio del territorio. Questa amministrazione non ha di certo brillato per interesse e attenzione al decentramento. Peccato che sono stati eletti al grido di partecipazione. Ne abbiamo vista decisamente poca.

La stessa riforma introduce anche le Consulte di Quartiere. I cittadini saranno veramente più rappresentati? Ho i miei dubbi. Il tema sono sempre le risorse. Le Commissioni di Quartiere, che erano state create per far partecipare maggiormente i cittadini sono fallite non per mancanze politiche o di volontà nostra o di chi le ha presiedute, ma perché non sono state dotate di strumenti per lavorare. Come puoi chiedere di scrivere il Piano di Sviluppo annuale di un quartiere quando non gli fornisci neanche la carta e la penna su cui scriverlo? Aldilà della metafora, le Consulte sono state introdotte per dare più rappresentanza. Sono una scommessa, sicuramente qualcosa andava modificato. Speriamo servano.

“Le Commissioni di Quartiere, che erano state create per far partecipare maggiormente i cittadini sono fallite non per mancanze politiche o di volontà nostra o di chi le ha presiedute, ma perché non sono state dotate di strumenti per lavorare”

Un anno di pandemia. Escludendo le ovvie ricadute economiche e occupazionali, quali altre grosse criticità hai avvisato tra le popolazioni dei quartieri? La solitudine,, soprattutto nelle fasce più anziane. Sapete cosa significa non potersi più incontrare nelle bocciofile, nei centri d’incontro per più di un anno? Significa rompere relazioni, ma anche rompere un sistema di solidarietà e di welfare informale che si è creato in anni di frequentazioni. La telefonata, e ne abbiamo fatte tante, non può sostituire gli sguardi e gli incontri. Gli anziani amano ballare, giocare a carte, tutti noi amiamo cantare, ballare e giocare. Non abbiamo più potuto farlo assieme. Quanto ci vorrà, dopo le riaperture che ad oggi con una campagna vaccinale che va a rilento sembrano un miraggio, per ricostituire quel tessuto sociale e comunitario che è la linfa dei nostri quartieri? La ricostruzione del tessuto delle relazioni sarà importante quanto quella economica ed occupazionale Sarà durissima.

“Sarebbe bello se i cittadini di San Salvario potessero incominciare a vivere Corso Marconi come spazio di comunità e non come spazio di conflitto”

Futuro di Corso Marconi, recupero dell’area Parri, Grattacielo della Regione, sicurezza del Valentino. Sono solo alcune delle problematiche del territorio che stanno diventando endemiche, già fortemente avvertite prima dell’inizio del tuo mandato. A che punto siamo? Avevamo detto anche noi che era necessario intervenire su CORSO MARCONI. Il problema non era se farlo, ma come farlo. Ed è avvenuto di corsa, durante la pandemia, senza ascolto della Circoscrizione e del territorio. Le riforme, come quelle delle pedonalizzazioni vanno accompagnate e spiegate, non imposte dall’alto. E’ normale che si sia arrivati ad una polarizzazione quasi ideologica. La mia cultura politica ed il mio modo di amministrare mi ha sempre portato a contenere i conflitti, non ad alimentarli,. Ora la pedonalizzazione c’è, la Città ha deciso di renderla definitiva, noi siamo riusciti a limitarla al viale e ad arricchirla. Prima di procedere oltre, aspettiamo che la cittadinanza incominci a viverla. Aspettiamo di superare la pandemia. Sarebbe bello che invece di vivere in continui provvedimenti elettorali i cittadini di San Salvario potessero incominciare a vivere quel luogo come spazio di comunità e non come spazio di conflitto. AREA PARRI – Abbiamo fatto un gran lavoro. La riqualificazione dell’impianto sportivo, la nascita di Casa Garibaldi, la pedonalizzazione di via Petitti, l’area cani e l’area giochi. Speriamo che presto la città riqualifichi l’ex asilo (ci vorrà del tempo) e che Iren ci aiuti con una illuminazione adeguata che impedisca a chi voglia usare quegli spazi per attività illecite non vi trovi un nascondiglio. Grazie anche ad un gran lavoro delle forze di polizia sfido chiunque a non riconoscere il lavoro fatto. Certo è un’area di confine, da diversi punti di vista, che va animata e vissuta. Se riuscissimo anche a realizzare una piastra polivalente dove c’era l’ex rotelliere saremmo di fronte ad una grande opera di rigenerazione urbana. Ce la faremo. PALAZZO DELLA REGIONE – Vorrei non commentare, perché le promesse non mantenute sono tantissime. Finiremo il mandato senza aver visto i primi dipendenti della Regione trasferirsi lì. Il tema non è il progetto su quell’area. Quel pezzo di territorio al confine tra Nizza Millefonti e Lingotto diventerà il più importante centro direzionale torinese. Palazzo della Regione, Parco della Salute, Piano particolareggiato del Lingotto, Riqualificazione delle Arcate e dell’ex-Moi, riqualificazione stazione FS Lingotto, apertura della Metro. Ci sarebbe da gioire, purtroppo i troppi anni di ritardo ci portano quasi a piangere VALENTINO – Pur non avendo competenza diretta sui parchi, come Circoscrizione siamo riusciti a fare un gran lavoro di rimessa al centro dell’attenzione delle sue problematiche. La Notte Bianca che abbiamo promosso con La Stampa due anni fa è stato un avvenimento in questa Città, seconda solo alla Manifestazione Sì TAV. I torinesi hanno detto a gran voce (con l’hastag #riprendiamociilValetntino) che vogliono prendersi cura della loro città, che alla decrescita felice preferiscono una crescita responsabile. Dopo la Notte Bianca è partito il Comitato di Gestione, la Città ha finalmente fatto i bandi per i locali abbandonati, alcuni cittadini hanno proposto di recuperare la fontana luminosa, è nato Parco Vivo. La sicurezza non è oggetto solo di interventi delle forze di polizia – non smetterò mai di ringraziare i Carabinieri di San Salvario e il Commissariato di Barriera Nizza per il loro impegno sul territorio – ma nasce soprattutto dalla capacità di vivere i luoghi e gli spazi. Il Valentino è vita. Mi spiace molto per la vicenda occorsa al Club Scherma, spero proprio che si trovi una soluzione affinché si salvaguardi l’eredità e l’impegno che hanno animato Villa Glicini in tutti questi anni.

“Quel pezzo di territorio al confine tra Nizza Millefonti e Lingotto diventerà il più importante centro direzionale torinese. Palazzo della Regione, Parco della Salute, Piano particolareggiato del Lingotto, Riqualificazione delle Arcate e dell’ex-Moi, riqualificazione stazione FS Lingotto, apertura della Metro. Ci sarebbe da gioire, purtroppo i troppi anni di ritardo ci portano quasi a piangere”

A te piace la ciclabile di via Nizza? A me piacciono le ciclabili. Devo ancora capire perché non è stata accolta la nostra proposta di riqualificare assieme via Madama Cristina e via Nizza rendendole entrambe a senso unico seguendo quello che hanno rispettivamente via Genova e via Nizza dopo piazza Carducci. Si sarebbe potuto fare la ciclabile su un solo lato (ferrovia) e consentire un flusso veicolare più semplice e lineare. Accompagnando così maggiormente il piccolo commercio sempre più in difficolta. Invece si è voluto di nuovo dare il segnale di un intervento ideologico. Come se il mondo si dividesse in ciclisti e automobilisti, come se fossero due squadre contrapposte, quasi un derby. E’ questo che non capisco.

Che rapporti hai avuto, insieme al tuo Consiglio, con la maggioranza 5 Stelle di Palazzo Civico? Non sempre semplici, ma sempre legati al rispetto reciproco. Sulla Vicenda MOI abbiamo collaborato molto bene nella fase di liberazione delle palazzine, abbiamo persino messo a disposizione il Centro Civico per confrontarsi con gli occupanti. Meno nella fase di definizione del progetto di riqualificazione dell’area su cui al momento rimaniamo inascoltati. Sulla vicenda sosta a pagamento nella zona ospedali e sul quartiere Nizza Millefonti decisamente tumultuosi. Per fortuna, grazie a noi, non sono state realizzate le strisce blu quando la Metropolitana non era ancora arrivata in piazza Bengasi. Distinguo sempre il rapporto personale da quello politico.

“La Circoscrizione 8 è un gioiello, che va manutenuto e che va interpretato. Ha grandi aspirazioni, non può essere governata da chi ha amministrato Torino negli ultimi cinque anni”

Non ti chiedo se sarà possibile a livello comunale, ma in Circoscrizione si può puntare ad una alleanza tra il centro sinistra e i pentastellati? Se chiedi a me no. Ritengo che il Movimento 5 Stelle abbia capito meglio alle ultime elezioni di Torino le domande della popolazione. Ha creato grandi aspettative, ma non ha saputo dare le risposte. Forse per inesperienza amministrativa, forse perché illudere i cittadini che governare o amministrare fosse una cosa semplice ha sì portato ad un successo immediato (elettorale), ma ha reso immobile la città. Torino non può restare ferma, non è una piccolo paese di provincia. Torino è la prima Capitale, è un luogo che ha sempre saputo anticipare ed innovare. Torino è capace di reinventarsi, i pentastellati l’hanno bloccata con i troppi no che hanno caratterizzato questi cinque anni. La Circoscrizione 8 è un gioiello che va manutenuto e che va interpretato. Ha grandi aspirazioni, non può essere governata da chi ha amministrato Torino negli ultimi cinque anni. So che nel centrosinistra c’è chi non la pensa come me, spero non prevalga la loro posizione.

Ti ricandidi? La risposta che darà il centrosinistra alla domanda precedente condiziona questa. Mi piacerebbe continuare il lavoro di questi anni che reputo positivo nonostante le difficoltà di rapporto con il Comune. Non dipenderà solo da me, ma soprattutto se il centrosinistra cambiasse sé stesso cedendo al populismo e diventando altro da quello che ho conosciuto si aprirebbero scenari difficili per Torino e per i nostri quartieri.


Commenti

commenti

Giovanni D'Amelio