Il Consiglio Comunale, a maggioranza, ha definito come saldare l’esoso debito che l’amministrazione ha nei confronti della società che si occupa di rifiuti. Rimane aperta la partita sugli interessi passivi. Molto critica l’opposizione.
di G.D’A.
Anche la città dell’aeroporto, al pari di Borgaro e di altri sette comuni della zona che fanno parte del Consorzio Bacino 16, ha definito come ripianare il buco milionario che l’ente deve alla società Seta spa per servizi di raccolta rifiuti mai pagati tra il 2005 e il 2012. Un debito, che per l’esattezza ammonta a 1 milione 768 mila euro, che si è generato negli anni per il fatto che diversi cittadini casellesi e alcune aziende ubicate sul territorio non hanno pagato il tributo, allora chiamato TIA, tariffa di igiene ambientale.
“Onoreremo il dovuto in tre anni – ha spiegato il Vicesindaco, nonché assessore al Bilancio, Giovanni Isabella, durante il Consiglio Comunale di lunedì 21 dicembre – versando 768 mila euro quest’anno, 500 mila nel 2016 e 500 mila nel 2017, utilizzando parte di quel ‘tesoretto’, quasi 3,5 milioni, che si è venuto a generare in sede di stesura del conto di previsione con la ‘pulizia’ di alcune voci di bilancio”.
In realtà il debito con Seta era molto più salato, ma in questi anni, con l’azione di Equitalia, sono stati recuperati 970 mila euro. “Questi soldi, però, li teniamo al momento accantonati – ha spiegato ancora Isabella all’assemblea – perché non sappiamo al momento se a nostro carico ci saranno degli interessi passivi ed eventualmente di quale entità”.
Molto critiche le opposizioni su come è stata gestita l’intera operazione e da Sel fino alla Lega Nord, passando per il Movimento 5 Stelle a Caselle Futura, l’accusa che è andata per la maggiore è stata quella di mala gestione da parte del Consorzio Bacino 16 e colpe gravi dell’amministrazione casellese che non ha vigilato su cosa stava accadendo e sul debito che andava ingigantendosi.