La mostra si è svolta a Caselle la scorsa settimana, all’interno del Prato Fiera. Il suo significato lo lasciamo esprimere ai contributi di un’osservatrice e di uno degli artisti.
“En plein air. Una mostra, sotto ad un cielo di settembre, che più azzurro non si può, di quattro amici, quattro artisti. Franca Battistella, Piero Ferroglia, Fabrizio Frassa e Domenico Musci. Una piccola passeggiata ricca di sfumature preziose, in bilico tra il passato e il futuro, tra quel “ieri che non torna” e il “persempre” che eternizza (come il Legàme, d’altronde).
Domenico Musci, nella preponderanza silenziosa della sua assenza – presenza, sembrava discendere con dolcezza tra i suoi cari, i suoi amici e le sue opere, direttamente dai raggi di questo meraviglioso sole di fine mese.
Un omaggio a lui, nell’esaltazione benevola della Condivisione e dell’Amore per l’Arte, ma soprattutto per una amicizia che va oltre l’odore delle tempere, del legno, del ferro, degli acrilici, delle tele, che resiste al Tempo che passa. Anche l’amicizia è arte. Forse, la più bella”.
Loredana Bagnato
“…L’espressione artistica, quando è onesta e sincera, acquisisce una dimensione che la spinge oltre il tempo, oltre la stessa biografia del suo autore. La bellezza non appartiene ad un’epoca, ad una espressione geografica, nemmeno ad un gusto o ad una moda, così è l’arte, testimonianza dell’anima, del pensiero, a volte di un popolo, ma mai bloccata in un determinato periodo della Storia, è materia fluida, incontenibile, presente… ecco, semmai essa può essere, se si vuole definirla secondo certi schemi, “bloccata per sempre nel presente”.
Ma cos’è la bellezza? Cos’è l’arte (?)… magari lo sapessi…(!), eppure mi piacerebbe. Esiste certamente una bellezza che non risponde a canoni prestabiliti, non ha regole, a volte è persino invisibile… non la si può toccare… è un profumo… nemmeno (!)… è un incantesimo… un sortilegio… è il sentimento di un’appartenenza a qualcosa che trascende dalle cose, l’intuizione di una somiglianza con l’assoluto, il frammento infinitesimale di qualcosa di grande e di immortale…il respiro perfetto di Dio?
Ed è proprio quella bellezza lì, che noi poveri “facitori” dell’arte, con il metro spuntato della nostra misera pochezza, con i nostri rudimentali armamentari, con la nostra caparbia ed imperfetta tenacia, inseguiamo instancabilmente… disperatamente…a volte dolorosamente. Un traguardo evanescente, indefinibile, eppure affascinante, irresistibile ed attraente… senza mai esservi giunti… senza mai poterla descrivere compiutamente… senza mai poter affermare la certezza di averla capita, ritenuta, individuata, svelata, catturata, veduta in tutta la sua indecifrabile magnificenza.
E non importa dove l’abbiamo cercata, se nella dura ed ostica materia del ferro o della pietra, nella docile e malleabile dolcezza della creta, nel profumato ed inebriante calore del legno, nelle infinite sfumature del colore, nella misteriosa capienza della parola… non importa… ci sfuggirà, sempre… ed avrà vinto sempre lei… e ne saremo felici perché potremo ricominciare da capo, eterni sconfitti, ancora una volta gettati nell’inseguimento… ancora, ed ancora…ed ancora… sempre. Ho sempre considerato questa nostra misteriosa inclinazione come un privilegio…e quante volte ne abbiamo parlato fra noi, con Domenico, con Piero, con Franca… e quante volte ancora ne parleremo…(!)
Fabrizio Frassa