Roberto Maggio, amministratore delegato dell’azienda che si occupa di raccolta rifiuti e spazzamento strade anche a Borgaro e Caselle, spiega le novità che riguarderanno i territori e di come superare le maggiori criticità legate al servizio.
di Giovanni D’Amelio
Con l’ingresso in Seta spa del partner privato, la SMC (Società Smaltimenti Controllati spa) con sede in Milano, avvenuto a fine 2013 con l’acquisizione del 48,85% delle quote del Consorzio di Bacino 16, si è aperto un capitolo nuovo per l’azienda che opera nel settore dei rifiuti. Lo scorso 4 giugno l’azienda ha deliberato un aumento di capitale riservato di quasi 4 milioni e mezzo di euro, sottoscritto da SMC, e contestualmente è stato nominato il nuovo cda, che vede Roberto Maggio ricoprire la carica di amministratore delegato. Maggio ha il delicato compito di rilanciare la società dopo che questa si era quasi avvicinata al baratro del fallimento. Segue la nostra intervista.
I Comuni si lamentano della non proprio buona qualità dei servizi svolti da Seta? State provvedendo? Innanzitutto le critiche vanno viste caso per caso. Le segnalazioni di protesta arrivano, anche se non parliamo di grandi numeri, e riguardano principalmente dei disservizi di natura tecnica. Seta è una macchina che coinvolge circa 350 persone, tra prestazioni interne e appalti esterni, e serve oltre 210 mila cittadini distribuiti su 30 Comuni. Il reclamo ci può stare, ma nei rapporti con le amministrazioni va chiarita la competenza del servizio.
Cosa vuol dire? I nostri percorsi di raccolta dei rifiuti e di spazzamento automatizzato delle strade sono prestabiliti e decisi dalle amministrazioni. Se noi passiamo a pulire una via al mattino e nel pomeriggio qualcuno butta una busta di rifiuti, questa busta rimane lì fino al nostro passaggio successivo. Per superare questo problema stiamo ragionando con le città più grosse, tra cui Borgaro e Caselle, di creare la figura del netturbino a chiamata che si occuperà di percorsi più limitati, ma pronto ad intervenire in caso di segnalazioni da parte dei referenti delle amministrazioni.
Seta è una società che si sta riorganizzando. Ci spiega come? Da quando siamo in carica, come cda abbiamo iniziato a rivedere le logiche e l’organizzazione dei vari servizi che svolgiamo. Il grosso del lavoro, che dovrebbe concludersi entro novembre, riguarda la rivisitazione e l’ottimizzazione di tutti i percorsi di raccolta dell’umido e dell’indifferenziato da proporre ai singoli Comuni. Stessa cosa avverrà per la raccolta di plastica, vetro e carta con l’azienda che si appena aggiudicata l’appalto. Inoltre stiamo facendo un’analisi dell’efficienza e produttività del lavoro che svolgiamo. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere definito un assetto e una logica degli incarichi orientata ad un’organizzazione viva, in sintonia con i comportamenti e i mutamenti della società.
Una riorganizzazione che prevede anche licenziamenti? Gli esuberi riguardano non più di una decina di persone, tutte alle soglie del pensionamento. Questo lo abbiamo ribadito anche all’assemblea dei sindaci in sede di presentazione del piano industriale.
Borgaro e Caselle hanno problematiche diverse tra loro e con gli altri Comuni? Non particolarmente perché il servizio che svolgiamo è simile in ogni realtà.
Altre novità per il futuro? Come Seta insisteremo maggiormente sull’innovazione e sula comunicazione ai cittadini. A breve sarà disponibile un’app aziendale che riguarda i servizi e i giorni di raccolta con informazioni più veloci. Stiamo ragionando sulla micro raccolta di alcuni materiali come le pile e piccoli elettrodomestici. Il 13 ottobre a Settimo partirà la sperimentazione della raccolta plastica delle bottiglie presso machine che erogano punti da utilizzare negli esercizi commerciali, una sperimentazione che proporremo successivamente a tutti i Comuni. Anche la raccolta di olii esausti da cucina (per ora attivo solo in alcune zone di Chivasso) è un altro passaggio che stiamo valutando. Di recente abbiamo istituito l’ispettore ecologico sul tema della raccolta dei rifiuti che con fini non repressivi ma educativi spiegherà ai cittadini come migliorare il livello della differenziazione. Infine, sul tema partiranno anche dei progetti di formazione nelle scuole dei territori.
E’ in corso un processo che a latere interessa anche Seta. E’ preoccupato? Dal processo non temo conseguenze dirette o indirette sull’azienda. Certo non è bello che il nome di Seta giri nelle aule di tribunale, ma l’inchiesta non riguarda l’operato della società.