Intervista ad Alessandro Di Benedetto, presidente e rappresentante della parte pubblica di Seta spa. Il suo compito principale è trattare con il Consorzio Bacino 16 e con i comuni che ne fanno parte.
di Giovanni D’Amelio
L’azienda che opera nel campo dei rifiuti anche a Borgaro e Caselle, solo pochi mesi fa era ad un passo dalla bancarotta. Dopo l’acquisizione del 49% delle sue quote societarie da parte di un privato, la spa sta procedendo ad una completa riorganizzazione dei servizi svolti. Delle novità nella gestione quotidiana ne abbiamo parlato qualche settimana fa con l’amministratore delegato Roberto Maggio. Per saperne di più sull’aspetto pubblico e sul futuro della partecipata, invece, abbiamo intervistato il presidente Di Benedetto.
Chiariamo subito un passaggio che a molti cittadini, e forse anche a qualche consigliere comunale, non è molto chiaro: che rapporto esiste tra i comuni, il Consorzio Bacino 16 e Seta spa? Del Consorzio Bacino 16 fanno attualmente parte trenta comuni della zona nord est della provincia di Torino che qualche anno fa hanno deciso di riunirsi per gestire un forma associata i servizi legati al sistema integrato dei rifiuti urbani. Per svolgere questo compito il Consorzio ha deciso di creare una società completamente in house, cioè al suo interno, appunto Seta spa, a gestione privatistica, ma a capitale pubblico. L’interlocutore di Seta è quindi il Bacino 16, mentre i comuni sono sostanzialmente i clienti. Questo passaggio è diventato forse più chiaro da quando il 49% delle quote azionarie di Seta sono state vendute dal Consorzio ad un socio privato.
In soldoni cosa significa? Per semplificare, i cittadini pagano la tassa rifiuti ai comuni, i quali, secondo le loro quote di proprietà, girano queste somme al Consorzio che a sua volta salda i lavori svolti da Seta, fissati da appositi contratti. Se un comune non paga, questo buco lo pagano pro quota gli altri.
Qualche settimana fa l’assessore all’Ambiente del Comune di Torino, Enzo Lavolta, ha sostenuto che sta lavorando affinché nell’area metropolitana si crei un’azienda unica che operi nel vampo dei rifiuti? A che punto siamo? Questo è il futuro. La recente legge Madia per la semplificazione della pubblica amministrazione obbliga i comuni ad unirsi per gestire determinati servizi. Con l’ingresso del socio privato in Seta, anche la nostra azienda si sta strutturando per potersi consociare con altri soggetti del settore come Cidiu, Amiat e Covar 14.
Quindi una fusione tra queste società? La fusione sarà inevitabile nel momento in cui la legge regionale in materia non parlerà più di consorzi, ma di bacini per macro aree, come la città metropolitana. Diciamo che ci stiamo preparando.
Con quali benefici per i cittadini? Più di natura ambientale che economica. La differenziazione dei rifiuti così come la conosciamo noi non porta risparmi perché ha degli alti costi di gestione che vengono minimamente coperti dalla vendita dei singoli materiali raccolti. La situazione non migliora, come nel caso della nostra città metropolitana, se non si ha una grande discarica di proprietà. Oggi portiamo tutto direttamente al termovalorizzatore del Gerbido con una spesa che lascia pochi margini.
Mi scusi, allora perché fondersi in un’unica azienda? Perché nel lungo termine la differenza la faranno le economie di scala per l’acquisto di beni e servizi. Se io passo da un bacino di utenza di 250 mila abitanti ad uno di 2,5 milioni potrò trattare in altri termini con i fornitori di automezzi, di materiali di consumo, eccetera, e concordare prezzi più vantaggiosi. Ripeto, nel lungo termine ciò potrà ridurre solo sensibilmente la tassa a carico dei cittadini
I comuni, però, vogliono risparmiare subito e non tra diversi anni. Per questo ognuno si sta ingegnando per trovare soluzioni che possano abbattere i costi dei servizi offerti da Seta. Nell’ottica dei contratti in essere fin dove si possono spingere? Il Consorzio ha dei vincoli di contratto con Seta, nel senso che i costi si possono abbassare fino al 5% ed entro un determinato lasso di tempo. I comuni quindi devono innanzitutto rapportarsi con il Bacino 16 e capire ciò che si può fare e in quale misura. Il socio privato di Seta ha compiuto un investimento alla luce di determinati accordi e le variazioni di risparmio possono essere concordate solo entro certi limiti.
E offrire più premialità ai cittadini che differenziano meglio e di più? Questa è un ragionamento che i comuni possono fare per stimolare ed aumentare determinati comportamenti virtuosi dei propri abiranti. Seta su questo può dare consigli, ma non entra direttamente in causa sulle decisioni.