A Borgaro e Caselle in questi ultimi giorni i livelli di presenza di polveri sottili hanno raggiunto soglie allarmanti. Gambino e Isabella sostengono che per ora nessun provvedimento restrittivo è allo studio, mentre i grillini chiedono la convocazione urgente di un tavolo con i sindaci della Città Metropolitana.
di Giovanni D’Amelio
Vi ricordate quelle ordinanze che vietavano in alcuni giorni l’uso dell’automobile quando i valori delle sostanze inquinanti nell’aria superavano i limiti consentiti? A Torino e provincia sono quasi 5 anni che non si parla più di targhe alterne (nei giorni pari circolano solo i veicoli che hanno la targa che termina con un numero pari, nei dispari quelli con il finale dispari) o di blocco totale dei mezzi privati per via dei livelli critici della qualità dell’aria. Un provvedimento, quello delle targhe alterne, ritenuto inutile dall’allora assessore regionale all’Ambiente, Roberto Revello, che nel 2011 dichiarava ai giornali “che l’unica risposta seria al problema dell’inquinamento dell’aria è quella di adottare misure strutturali che incidano sulla produzione di energia e di calore e sul rinnovo del parco mezzi del trasporto pubblico”.
Dopo un lustro, però, non sembra che la situazione sia molto cambiata. Nel capoluogo piemontese, come nei comuni limitrofi, il teleriscaldamento ha preso abbastanza piede, i mezzi pubblici più vetusti sono stati cambiati, gli incentivi statali hanno permesso a tanti cittadini di avere automobili meno inquinanti e sempre più spesso si parla di mobilità sostenibile, ma nonostante questo siamo sempre lì, attanagliati dagli alti livelli di polveri sottili.
E i valori negativi sembrano destinati a salire. Non piove dal 29 ottobre e non sono previste piogge fino a metà mese. Dopo un novembre abbastanza fosco, negli ultimi 5 giorni gli sforamenti registrati dall’Arpa sulla concentrazione di PM10 nell’aria sono schizzati alle stelle. A livello politico, salvo poche eccezioni, nessuno sembra preoccuparsi di questa situazione, al limite viene consigliato di munirsi di mascherina se si va in bicicletta o se si cammina molto a piedi. A livello territoriale, il Sindaco di Borgaro, Claudio Gambino è stupito di questa situazione, così come Giovanni Isabella, Vicesindaco di Caselle, ma entrambi al momento non parlano di nessun provvedimento restrittivo all’orizzonte. Chi si agita, invece, è il Movimento 5 Stelle che, dal gruppo consiliare regionale fino a scendere a quelli locali, sottolinea i rischi alla salute dei cittadini e chiede “la convocazione urgente del Tavolo di Coordinamento per la qualità dell’aria dei Sindaci della Città Metropolitana per l’adozione di iniziative condivise, fattibili ed efficaci utili al miglioramento della situazione”.
LA QUALITA’ DELL’ARIA A BORGARO E CASELLE – Il limite di legge della concentrazione PM10 giornaliera nell’aria è di 50 µg/mc. Questa soglia a novembre è stata spesso superata, anche abbondantemente, ma il peggio l’Arpa lo sta registrando in questi ultimi giorni. A Caselle, infatti, il 30 novembre si è raggiunti il livello classe 4 (rosso) con 79 μg/mc, l’1 dicembre 67 μg/mc, il 2 dicembre 85 μg/mc, il 3 dicembre il livello 5 (viola) con 133 μg/mc e il 4 dicembre 98 μg/mc. E’ andata peggio a Borgaro: il 30 novembre livello classe 5 (viola) con 159 μg/mc, l’1 dicembre classe 4 con 82 μg/mc, il 2, il 3 e il 4 dicembre classe 5 rispettivamente con 127 μg/mc, 187 μg/mc e 143 μg/mc.
Che fare, quindi, in definitiva? Torneremo alle targhe alterne? Chissà…